Abbiamo passato pure il X turno dei 19 previsti nel girone d’andata di questa Serie B che, quanto a spiegamento di entusiasmo e spettacolo, è uno spettacolo! E se ogni partita di campionato cadetto è vista da un sacco di gente pensiamo che i telespettatori stranieri non si possano lamentare del valore assoluto della categoria, dei nostri connazionali e, men che meno, dei nostri concittadini. Il salto tra l’attuale Serie B e la categoria maggiore, benché sia ancora marcato, non rappresenta più il crepaccio al quale eravamo abituati anche in anni recenti. Mentre pensiamo che il gap fra la Serie C e quella cadetta stia progressivamente aumentando e la riforma generale dei campionati sarebbe – se arriva a soluzioni ragionevoli e lungimiranti – la benvenuta. Nonostante questo, però, ci sarebbe da capire il futuro della C anche alla luce dell’impegno che SKY sta sviluppando proprio nel campionato di terza serie con l’acquisto dei diritti televisivi. Premessa doverosa, questa, anche per capire se l’atteggiamento del pubblico alessandrino e l’attenzione del nostro territorio verso questa Serie B, siano destinati a continuare. E, a questo punto, commenteremo una partita nella quale gli attori sono due club che rappresentano, l’uno una città di 100.000 abitanti con una provincia di 450.000, Alessandria, mentre l’altro, Frosinone, una città che conta meno di 50.000 abitanti con la provincia equivalente, per popolazione, alla nostra. Ma torniamo al tappeto verde, laddove bugie, se siamo lettori attenti delle cose di campo e consci di quanto in questo sport conti l’imprevisto e l’episodio, per definizione non ne racconta… di bugie. Al punto che spesso, prima dell’evento, sappiamo con buona certezza come la partita debba finire, mai come finirà. E l’episodio, favorevole o sfavorevole che sia, non è prevedibile e, soprattutto, non lo “allena” nessuno: si allenano i giocatori, si studiano eventuali situazioni di gioco e possibili varianti ma, quanto all’episodio singolo, neppure Mago Merlino sarebbe in grado di pronosticare per adottare adeguate contromisure. In questo contesto rientra il match Alessandria – Frosinone di ieri. Ma, vista la partita e cercando di trarne delle conclusioni utili, un aspetto balza agli occhi: fin che si parla di imprevedibilità, ok, ma Grosso, mister dei frusinati, con a disposizione un materiale tecnico e umano di prim’ordine, ci ha dimostrato come non sia riuscito a cambiare l’inerzia della partita pur disponendo di una panchina numericamente e tecnicamente stellare. E non è neppure riuscito fin dall’inizio a preparare i suoi ad affrontare una squadra come la nostra. Ma Grosso, l’Alessandria, l’aveva già vista giocare o no? Se sì peggio ancora, perché non ci ha capito una fava, nonostante abbia a disposizione qualunque tipo di soluzione e variante tattica grazie a un materiale tecnico invidiabile. E sosteniamo tutto ciò anche per sottolineare il valore del lavoro improbo che sta portando avanti Longo da quando è arrivato qua. La nostra squadra, così strutturata e per le qualità oggettive dei singoli giocatori, non ci pare in grado di “fare la partita”, almeno contro quelli che abbiamo incrociato finora. Longo ha fatto il miracolo già l’anno scorso e si sta ripetendo. Il nostro mister, proprio a Frosinone poche stagioni fa, ha ottenuto la promozione in A con un’ottima squadra ma non certo uno squadrone. Adesso ci riprova con una ciurma di giocatori, sfruttando l’unica arma a sua disposizione: non far giocare l’avversario, non dargli respiro e limitando l’attitudine altrui al gioco razionale. Moreno ha vinto la B gestendo al meglio un patrimonio tecnico e umano non certo al top, si è poi salvato in A col Toro, da subentrato, in una situazione disperata sia dal punto di vista tecnico che ambientale. Anche sorvolando quanto il mister ha dimostrato nelle giovanili granata e a Vercelli in prima squadra, la passata stagione qui ha colto una promozione dalla C alla B partendo da -14 pur prendendo in carico a mezza stagione una squadra mal assortita e gestita alla meglio. Morale: Longo è un “conducador” buono per tutte le stagioni e le situazioni, qualità non certo comune a centinaia di suoi colleghi con nomi e stipendi altisonanti. Oggi il mister riesce a tenere in linea di galleggiamento un collettivo che dire discutibile è un eufemismo, utilizzando e gestendo al meglio le virtù di questi ragazzi. Tutto ciò guadagnandosi nel contempo pure l’entusiasmo e l’appoggio d’un pubblico notoriamente ipercritico che non è scemato neppure dopo una cinquina di sconfitte consecutive. Se dobbiamo giudicare il gioco dei Grigi sviluppato in questo primo scorcio di campionato dobbiamo ammettere che non paga certo l’occhio. In soldoni: se tu teoricamente dessi in mano lo stesso materiale nella stessa situazione a uno dei “maestrini” che tanto vanno di moda è facile che il malcapitato sarebbe già scappato a gambe levate. Ve lo immaginate un Sarri qualunque gestire il centrocampo e gli esterni che invece utilizza Longo riuscendo a metterli all’onor del mondo? Anche la partita contro il Frosinone è stata sta roba qua: loro non hanno fatto nulla per vincere, benchè sulla carta ne avessero tutte le potenzialità, noi abbiamo dato tutto quel che avevamo da dare (pure qualcosina di più) per non perdere, rischiando pure di vincere! Il risultato pare giusto mentre dispiacciono le modalità temporali che lo hanno fissato. Ma questo ci sta. Lunedì prossimo saremo di scena al Brianteo contro il Monza. Se pure Stroppa, mister brianzolo, adotterà l’atteggiamento di Grosso e di altri suoi fratellini secondo i quali non ci si deve preoccupare dell’avversario ma di giocare come “il mio calcio insegna”, con noi che veniamo dalla pianura dove, per dirla con Paolo Contre, “il sole è un lampo sul parabris”, ogni risultato diventa possibile, pure in un match, visto così, per noi “disperato”.