Verbania (Federica Cravero de La Repubblica) – Si ribalta la sorte della giudice Donatella Banci Buonamici, che dopo essere stata estromessa dall’indagine sul Mottarone e finita persino sotto indagine disciplinare da parte del Csm, pare destinata a diventare nelle prossime settimane la numero uno del tribunale di Verbania visto che sta per andare in pensione l’attuale presidente Luigi Montefusco. E ha fatto domanda di pensionamento anche Elena Ceriotti, gip che era subentrata alla Banci Buonamici. Cosicché l’inchiesta del Mottarone dovrà trovare di nuovo un giudice. Un epilogo paradossale di una storia giudiziaria surreale, che era stata scritta dopo l’incidente del 23 maggio, quando 14 persone persero la vita nella caduta di una cabina della funivia di Stresa.
Banci Buonamici era stata la prima giudice delle indagini preliminari: quando arrivò a palazzo di giustizia il fascicolo con la richiesta di convalida dell’arresto dei primi tre indagati (il gestore Luigi Nerini, il caposervizio Gabriele Tadini e il direttore d’esercizio Enrico Perocchio) fu nominata dal presidente Montefusco per sopperire una intricata situazione di impegni e assenze di altri colleghi. Nessuno ebbe da eccepire fino a quando la gip non emise il provvedimento di scarcerazione dei tre, in contrasto con la decisione della procuratrice capo Olimpia Bossi. Non passò molto tempo che Banci Buonamici fu sollevata dal caso: motivo, non erano state rispettate le “indicazioni tabellari” sull’assegnazione dei fascicoli, ma ai più parve una ritorsione. Sia Banci Buonamici sia Montefusco finirono davanti al Csm, dove ci sono al momento due procedimenti disciplinari aperti. Ma quello di Montefusco si estinguerà con il congedo dalla magistratura.
Montefusco andrà in pensione il primo dicembre e al suo posto diventerà reggente del tribunale proprio Banci Buonamici, che è la magistrata con maggiore esperienza, fino a quando non sarà nominato un successore. Ma potrebbe volerci molto tempo. Sarà lei dunque a dover gestire la complicata situazione che si trova davanti. A quanto risulta, infatti, a luglio Elena Ceriotti aveva presentato domanda di pensionamento, che dovrebbe diventare effettiva a gennaio. Dunque sarà necessario trovare un terzo gip che segua le delicate indagini sul Mottarone.
In bilico dunque c’è anche l’udienza per l’incidente probatorio che è fissata al 6 dicembre, in cui si sarebbero dovute tirare le fila di tutte le relazioni dei periti chiamati a sviscerare gli aspetti tecnici e informatici dell’incidente nell’interesse di tutte le parti coinvolte: i 14 indagati, le decine di parti offese dei familiari delle vittime, oltre che procura e tribunale. Tuttavia per quella data è assai improbabile che tutto sia pronto, anche perché da cinque mesi esatti il pezzo più importante da analizzare — ovvero la testa fusa, dove la fune si fonde con la cabina — è ancora conficcato nell’albero contro cui è rovinata la vettura e nessuno lo ha ancora tolto. E si dovrà ancora aspettare visto che è stata ancora posticipata l’operazione di recupero della cabina da parte dei vigili del fuoco, che ora è in programma dopo il 3 novembre.