Asti – La motivazione del licenziamento è “insubordinazione”. Così la Itron di Asti, specializzata nella produzione di contatori per acqua in stada Val Cossera, ha lasciato a casa un addetto dopo un alterco collegato alle procedure di verifica del green pass.
I fatti risalgono allo scorso 13 ottobre. L’uomo, Massimiliano Lamattina, 52 anni, magazziniere con vent’anni di anzianità aziendale, componente della Rsu iscritto alla Fim Cisl e rappresentante del lavoratori per la sicurezza, riceve dal direttore di stabilimento l’incarico di controllare i green pass agli autotrasportatori in ingresso. Nel dettaglio gli era stato chiesto di firmare un foglio in cui era indicato che avrebbe dovuto richiedere e controllare il green pass e il documento di identità. A lui il secondo passaggio non sembrava dovuto anche perché non è un pubblico ufficiale. Di conseguenza ha detto che non avrebbe firmato in attesa dell’incontro con le organizzazioni sindacali già fissato per il giorno successivo, proprio per chiarire le procedure. Prima della fine del turno di lavoro, il direttore di stabilimento raggiunge Lamattina in stabilimento e con toni accesi gli chiede perché non aveva firmato e ha buttato il foglio in aria. L’uomo ha reagito con lo stesso tono di voce ma, a detta dell’azienda, la reazione dell’operaio sarebbe andata oltre. Nel verbale di contestazione, riferisce il segretario della Fim Salvatore Pafundi l’azienda fa riferimento “a gravi minacce e a un tentativo di aggressione nei confronti del direttore e cita come testimoni due colleghi di Maurizio che hanno assistito. Gli stessi colleghi, però, ci hanno detto che quanto hanno sentito e visto non corrisponde alla descrizione del direttore”.
Ma quello che più solleva la protesta di Lamattina e del sindacato è una lettera di “conciliazione” che l’azienda ha proposto alla firma dello stesso lavoratore. In pratica un documento scritto in forma di auto ammissione di colpa del lavoratore in cui si legge che lui si pente profondamente per l’imperdonabile comportamento, ammette le minacce e il tentativo di aggressione, ringrazia i colleghi per aver alleggerito con la loro testimonianza la sua posizione, accetta qualunque provvedimento disciplinare alternativo, si dimette immediatamente dalla carica di Rsu e Rsl e si impegna a non ricandidarsi. Infine accetta che la dichiarazione sia resa pubblica a tutti i colleghi.
“Un attacco inaccettabile alla dignità della persona e del sindacato – ha sottolineato Salvatore Pafundi della Fim Cisl – visto che Lamattina è anche un componente della direzione Fim”.