Casale Monferrato – Il presidio nella sede di via Adam della Cerutti a Casale Monferrato è stato sciolto dopo la durata di 250 giorni. Ieri i sindacalisti che hanno seguito la vertenza hanno aggiornato i lavoratori sugli ultimi sviluppi di una vicenda divenuta una vera e propria telenovela: sotto accusa il comportamento tenuto dalla curatela ma anche dalla politica con promesse non mantenute e senso di abbandono. Ma ci sono anche sensazioni opposte come la convinzione di avere fatto tutto il possibile e aver intrecciato rapporti umani e non solamente lavorativi.
Le responsabilità, per le organizzazioni sindacali, sono precise: tutta la trattativa è stata condizionata dal comportamento della curatela che più volte ha rallentato le procedure, a partire dalla cassa integrazione. Ora c’è il problema sulle coperture visto che hanno legato la richiesta della cassa alla firma delle manleve. Ma in questi mesi sono venuti a mancare anche altri appoggi, a dire dei sindacati, come quello del ministero, contattato ben quattro volte ma senza mai alcuna risposta mentre sarebbe stato fondamentale avere un tavolo ministeriale che invece non è mai nato.
Sullo sfondo rimane la questione della cooperativa che però è legata alle 30 assunzioni di Bobst, che si è aggiudicata l’asta. Le comunicazioni dei licenziamenti sono state inviate tutte. A questo punto i sindacati attendono una risposta dall’azienda di San Giorgio Monferrato per capire come si sta muovendo. Infatti solo una volta che ci saranno i 30 nominativi degli assunti si potrà partire col discorso della cooperativa e capire chi potrà lavorarci.