Vercelli – Ha dovuto far ricorso al Tar del Piemonte la Enerver srl, società intenzionata a costruire a Vercelli una fabbrica di compost e biometano a partire dalla lavorazione dei rifiuti organici, dopo che nel giugno scorso aveva ricevuto giudizio negativo di compatibilità ambientale sul progetto del nuovo insediamento.
Parere negativo era, infatti, stato espresso dalla Conferenza dei servizi, presenti Comune di Vercelli, Arpa, amministrazioni del circondario e altre realtà del territorio, convocata dalla Provincia, ente preposto al rilascio o meno della Via (Valutazione di impatto ambientale) per insediamenti di questo tipo.
La Provincia, dopo che è stato impugnato il provvedimento di parere negativo, ha deciso di costituirsi in giudizio per resistere al ricorso di Enerver, e ha già incaricato due legali per la difesa in sede di Tribunale amministrativo regionale. Anche il Comune di Vercelli intende costituirsi in giudizio essendo parte interessata.
La Enerver aveva proposto l’insediamento in area industriale di un impianto di trasformazione della Forsu, la frazione organica della raccolta differenziata. Il progetto, presentato per la prima volta nel novembre 2019 nella sede di Confindustria, consiste in un impianto di digestione di 105.000 tonnellate di scarti, di cui 70.000 tonnellate all’anno di umido, 20.000 di scarti agroalimentari non pericolosi, 15.000 di verde organico, trasformati in biometano e in compost. Il sito individuato avrebbe occupato, nelle intenzioni iniziali, una parte degli stabilimenti della Polioli. Ulteriori dettagli, specie sulla provenienza dell’organico, erano stati comunicati in seguito alle richieste di integrazioni arrivate nelle varie Conferenze dei servizi: 8.000 tonnellate sarebbero arrivate da Como, 10.500 Varese, 11.000 da Milano, 10.000 dalla Liguria, 4.000 da Lombardia e Toscana, altre 7.500 dal Piemonte Nord e 10.000 dal Piemonte sud.
Legambiente aveva però criticato la proposta imprenditoriale di Enerver, sottolineando il fatto
che il progetto fosse “sproporzionato rispetto alla quantità di rifiuti prodotti non solo a Vercelli, non solo in provincia, ma in tutto il Piemonte”.
A illustrarlo, due anni fa, erano stati i referenti di Polioli Bioenergy, la stessa azienda che lo aveva presentato a febbraio 2019 e ritirato poco dopo a causa delle proteste di amministratori locali e sindaci della zona, preoccupati per eventuali cattivi odori e inquinamento.
Adesso il copione si è ripetuto, nonostante il secondo tentativo fosse imperniato su una maggiore trasparenza e comunicazione verso la cittadinanza con incontri pubblici organizzati nella sede del Cnos-Fap, a cui però non c’era mai traccia di amministratori locali e una scarsa partecipazione di cittadini. Alle proteste di comitati “no compost” e dei sindaci di Asigliano, Desana e Lignana, si era aggiunta poi la presa di posizione unanime del Consiglio comunale di Vercelli. Tutti pareri negativi a cui si erano sommate alcune carenze progettuali rilevate in sede di Conferenza dei servizi.