Asti – Ha ricevuto, ieri, la chiusura indagini in cui è contestato il duplice omicidio volontario Mario Roggero, il gioielliere di Grinzane Cavour che il 28 aprile sparò a due rapinatori, uccidendoli e ferendone un terzo a una gamba.
Per il pm Davide Greco, dunque, non è stata legittima difesa e nemmeno eccesso di legittima difesa, che considera il gesto alla stregua dell’omicidio colposo. Stando alle ricostruzioni dei Carabinieri di Alba e della procura di Asti, grazie alla consulenza balistica del perito Stefano Conti e alle immagini delle telecamere all’esterno del negozio, Mario Roggero “inseguì all’esterno dell’esercizio i tre rapinatori che, già usciti dalla gioielleria con la refurtiva, stavano dandosi alla fuga e da distanza ravvicinata sparò contro gli stessi, disarmati, scaricando l’intero caricatore, con la volontà di cagionarne la morte”.
Due di essi morirono e su uno il gioielliere si accanì colpendolo con calci quando era a terra, secondo il pm “eccedendo in tal modo volontariamente i limiti della legittima difesa. Non c’era alcun pericolo per la sua e l’altrui incolumità ma solo il pericolo di subire un danno patrimoniale”.
A Roggero è contestato anche il tentato omicidio per le ferite al terzo rapinatore e il porto illegale di arma da sparo poiché il gioielliere non ha il porto d’armi e può legittimamente tenere la pistola nella gioielleria, ma non portarla all’esterno.
Roggero è difeso dagli avvocati Stefano Campanello e Aldo Mirate. Il gioielliere aveva subìto già un’altra violenta rapina e quel 28 aprile riuscì a prendere la pistola che aveva sotto il bancone e sparò quando era fuori e la banda, dopo il “colpo”, stava cercando di scappare in auto.
Andrea Spinelli e Giuseppe Mazzarino morirono sul colpo. Un terzo rapinatore, Alessandro Modica, riuscì ad allontanarsi nonostante fosse ferito e fu poi arrestato in ospedale. Deve rispondere di rapina aggravata. Il padre che lo aiutò nelle prime fasi della fuga inizialmente fu indagato per favoreggiamento ma poi archiviato. (Foto tratta dal web).