Alessandia-Cosenza (pt. 0-0 ) 1-0; le pagelle
- Pisseri 6,5 – Paratona al 43’ su un proiettile da fuori destinato all’incrocio.
- Prestia 6 – Centrale destro. Se la cava con onore nel primo tempo e nel secondo tempo contribuisce fattivamente alla difesa del fortino contro gli Apache un po’ rintronati.
- Di Gennaro 6,5 – Centrale difensivo. Nei primi 45’ due buone letture difensive, ma il Cosenza là davanti produce pochino, il gioco è asfittico, noiosetto, senza slanci nè accelerazioni. Una prima frazione nella quale le difese non si fanno mai sorprendere scoperte e i calci piazzati non sortiscono situazioni pericolose. Nel secondo tempo, fotocopia del primo, trova la deviazione decisiva in mischia su un gesto tecnico e atletico notevole di Marconi.
- Parodi 6,5 – Centrale sinistro. Se la cava con la pipa in bocca nel primo tempo. Non osa sortite offensive ma presidia la sua zona perchè da quel lato qualche volta i cosentini tentano sovrapposizioni telefonate. Vista la sua statura gigantesca domina di testa nella propria area di rigore. Eroe per caso.
- Mustacchio 6,5 – Fa il suo, nei primi 45’, bene anche in mezzo e in ripiegamento. Quando tenta l’affondo viene subito raddoppiato dagli avversari per evitare guai nei suoi uno contro uno spesso vincenti.
- Casarini 6,5 – Mediano destro. Cuce bene il gioco in partenza ma si impegna soprattutto a rompere le iniziative rossoblù. Al 40’ si becca un giallo per riparare una minchiata del suo compagno di reparto che perde una palla pericolosa con tutta la squadra in uscita. Nella ripresa, benchè ammonito, lotta al meglio per portare a casa una vittoria strategica.
- Palazzi 5 – Avevano gridato al miracolo per l’esordio di questo ragazzo nel turno scorso. Come da copione non si ripete e gela subito gli entusiasmi. Un primo tempo insufficiente condito con un errore da matita rossa al 40’che costa un giallo sanguinoso a Casarini che si immola per salvargli il culo. Dobbiamo aspettarlo? Ok. Ma, anche se recuperato, cosa può dare?
- Milanese (65’) 5,5 –Giubilato nell’11 di partenza Longo gli concede 30’ per il riscatto. Prende palla due volte con le maniglie e lo porta avanti fino a sbattere contro il muro umano del Cosenza. Altra occasione persa.
- Lunetta 5,5 – Correre corre. Lucidità poca. Quando scende sulla fascia manca poco che l’avversario si scansi, tanto giocate pericolose non dà l’impressione di poterle fare. Lui è il quarto centrocampista di sinistra non il quinto del 3-5-2 2 una mano in mezzo la deve dare se no il nostro reparto mediano è costantemente in inferiorità numerica.
- Beghetto (dal 65’) sv.
- Chiarello 5,5 – Spende tutto quello che ha e fa benino. Ma in quella posizione ci vogliono giocatori dotati di colpi determinanti, se no mettiamo un podista in più.
- Benedetti (dal 84’) sv.
- Marconi 7 (nella foto) – Nel primo tempo una bella zuccata in porta su un angolo al 28’ per lui e almeno tre spizzate degne di miglior. Nella ripresa là davanti crea qualche problema alla difesa calabrese e l’unico gol della partita è in gran parte merito suo grazie ad un avvitamento in area che di testa mette Di Gennaro in condizione di far gol facile facile. Dopo pochi minuti, in un momento di grande sofferenza dei nostri, difende palla a metà campo, conquista un fallo a favore, determinante per rompere l’assedio e il ritmo altrui. Capitto mi hai? (dedicato ai suoi detrattori: dovete scrivere 100 volte sul quaderno la frase: “prima di insultare Marconi bisogna pensarci 100 volte”. Poi fate leggere il tutto alla signora maestra, se no in ginocchio sui ceci.
- Corazza (dal 80’) sv.
- Palombi 5 – Un’ora di gioco, la prima. No comment. Se questa è la nostra seconda punta d’appoggio di gioco là davanti mi dite come facciamo?
- Orlando (dal 60’) 5,5 – Tutto mancino entra e gioca a destra, come al solito. Mi ricorda un giocattolino caricato a molla meccanica: intraprendente ma non lucido, mobile ma non veloce, dotato di una tecnica approssimativa per il ruolo, la sua stazza fisica e la categoria. Tanta buona volontà ma se entra per sorprendere l’avversario temo che la mossa sia destinata a rimanere incompiuta.