Alessandria – Gianpaolo Coscia, Presidente di Unioncamere Piemonte e della Camera di Commercio di Alessandria e Asti, né è sicuro: tutti i principali settori economici e tutte le province piemontesi hanno registrato variazioni positive che fanno essere ottimisti. A patto, però, di sostenere la crescita, anche attraverso una semplificazione amministrativa e una strutturale transizione al digitale. Il riferimento è al Piano nazionale di transizione 4.0, conosciuto dalle aziende piemontesi ma applicato ancora da pochi.
E a dirlo sono i numeri di Unioncamere Piemonte: oltre 4 aziende su 10 sanno di cosa si parla (43%, erano il 23% nel 2017), ma chi ha realmente investito in automazione e innovazione digitale resta una minoranza. Sono l’11%, mentre il 72% non ha adottato alcuna soluzione di questo genere. Il restante 17% rappresenta chi non ha ancora investito, ma ha in progetto di farlo. Anche in questo caso, l’aumento rispetto al recente passato c’è: nel 2016 soltanto il 2% delle aziende piemontesi aveva puntato sul 4.0. Ma la quota resta bassa.
Nel 2021 soltanto il 3% delle tecnologie adottate riguardava le blockchain, mentre l’intelligenza artificiale raggiunge appena il 10%. Più diffuse (29%) la cyber sicurezza e la realtà aumentata, mentre la Internet of things, ossia le macchine connesse al web, arriva al 30%. Il gradino più alto spetta ai cosiddetti cobot, ovvero i robot collaborativi che affiancano l’attività umana.
In Piemonte vi è una realtà come Universal Robots, che ha scelto Torino per la sua sede principale in Italia. La robotica, come anche sottolineato da Gloria Sormani, responsabile commerciale per l’Italia di Universal Robots, garantisce ritorni d’investimento rapidi e misurabili e gode di numerosi sgravi fiscali. Proprio il superammortamento (54%) è la misura più utilizzata, seguito da Fondo di Garanzia e Nuova Sabatini. Per il futuro, invece, il 55% conta di fare leva sul credito di imposta per beni strumentali. La ripresa della manifattura, insomma, passa anche attraverso l’innovazione di processi e prodotti. I numeri di Unioncamere, d’altronde, sul secondo trimestre 2021 sono confortanti: l’industria piemontese ha aumentato del 25% la produzione rispetto al secondo trimestre 2020.