Alessandria – Sta scatenando un vero e proprio putiferio la notizia dell’ingresso di un “partner industriale” in Alegas. Dall’opposizione forti critiche ma anche all’interno della maggioranza i duelli non stanno mancando.
Nel Cda di Amag è passato all’unanimità “il bando di avviso di interesse ad acquisire una partecipazione di Alegas spa”. E in Commissione consiliare si sono moltiplicati e intrecciati i dubbi, le richieste di chiarimento, e anche la bagarre, di fronte a Paolo Arrobbio (scelto dalla Lega), presidente del gruppo Amag, e Adelio Ferrari (in quota a Forza Italia) amministratore delegato. Anche tra di loro pareva che la questione fosse tutt’altro che risolta.
Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle sono, ovviamente, i più agguerriti. La domanda è una sola: dove finiscono i soldi della vendita, o meglio dell’80%, delle quote Alegas?
Domanda, questa, che andrebbe fatta nel Cda, non certo davanti al Consiglio comunale.
Ferrari ieri ha poi spiegato che di quei fondi si deve sapere dove vanno perché nella società c’è bisogno di investimenti. Ma intanto dal Pd è arrivato l’attacco più duro con Enrico Mazzoni: “Dite che volete sapere dove vanno i soldi, ma siete voi che dovete dirlo a noi”.
Da parte sua Arrobbio ha parlato di commissione “calda” ma le registrazioni testimoniano voci decisamente più che calde. Soprattutto a scatenare i duelli è stato quando si è parlato dell’assunzione di parenti e figli. Un punto, questo, che ha fatto scoppiare la bagarre in aula come la questione sponsorizzazione, dei Grigi, pagate coi soldi di Alegas: tra opposizione e Amag e all’interno di Amag pare non sia stata messa in discussione.
Insomma una confusione senza fine tanto che poi Michelangelo Serra, M5S, ha sottolineato, ironicamente, il fatto che “in Amag non c’è amore”.
“L’Ad ha fatto una sfuriata sul personale, condivisibile, ma ha quelle deleghe, come se un assessore dicesse che la situazione del comune è un disastro. Attacca se stesso e l’azienda rischia di perdere i pezzi” ha sottolineato Serra.
Da parte sua Giorgio Abonante (Pd) ha sottolineato che quello che è successo in commissione è la sintesi di quattro anni di amministrazione, emerso nella fotografia peggiore. Le ragioni della vendita in Consiglio non è stata portata e questo al di là di tutti i problemi che, ha voluto rimarcare Abonante, stanno affliggendo attualmente il centrodestra.
Anche un assessore si è detto contrario alla vendita di Alegas, Giovanni Barosini (Lavori pubblici).
Tornando ad Alegas sono 14 le imprese che hanno manifestato interesse per l’azienda.
A una di esse, tra novembre e dicembre, al termine della procedura, il Comune cederà, come annunciato, l’80% della azienda alessandrina che distribuisce gas.
Vediamo i pretendenti: intanto almeno 8 entrano nella classifica Arera 2020 dei maggiori distributori di gas in Italia, la maggior parte ha alle origini delle municipalizzate o similari, un paio fanno capo a gruppi esteri. C’è anche un’assenza: nel gruppo non risulta la sigla A2A, l’azienda milanese che più volte in passato pareva in procinto di diventare partner di Amag. Il «manifestante» meglio piazzato (quarto) nella classifica Arera è di certo Hera Comm Spa, colosso nato tra Emilia e Romagna nel 2002, che negli anni si è esteso a Marche, Triveneto, Abruzzo, Toscana: 2508 milioni di metri cubi venduti e 8,4% del mercato. Al 6° posto c’è Iren, l’azienda sull’asse comunale Torino-Genova-Emilia (1300 milioni di Mc, 4,3% del mercato); settimi i toscani di Estra (Prato, Siena, Arezzo) con 672 milioni diMc e il 2,2% del mercato; ottavi i lecchesi di Acel Energia, società di vendita di Acsm Agam (597 milioni di Mc, 2%); al nono posto Vivigas, marchio del gruppo bresciano Eg Holding (409 milioni di Mc e 1,4%); al decimo posto la veronese Agsm Energia, forse la più antica visto che le sue origini risalgono a 1898 (323 milioni e 1,1%). Nella classifica di Arera compaiono altre due pretendenti ad Alegas: al 13° posto Edison Energia (249 milioni di Mc e 0,8%) e al 17° la cremasca Simecom, azienda nata con la metanizzazione degli Anni ’50 (229 milioni di Mc, 0,8%). Fuori classifica le due straniere: Axpo Italia, cioè il ramo dell’omonimo produttore e distributore svizzero di energia, il principale con oltre tre milioni di utenze; il colosso E.On Energia, uno fra i più grandi operatori energetici al mondo, 78.000 dipendenti, sede in Germania. Infine ci sono anche: Egea, il gruppo albese già partner del Comune nel teleriscaldamento; Nova Aeg, emanazione del 2016 di Nova Coop; i lucchesi della Gesam, 60 mila clienti, non tantissimi in più di Alegas che ne ha più o meno un terzo. Ultima la friulana Bluenergy, che secondo alcuni sarebbe nel novero delle favorite.
Insomma Alegas fa gola a parecchi, resta un rebus la convenienza per la città.