Casale Monferrato – Ieri si sarebbe potuta mettere la parola fine ad una telenovela, quella della Cerutti, che va ormai avanti da tempo. Davanti alla sede di Confindustria ci si aspettava la processione dei lavoratori per la firma della manleva richiesta dalla curatela. Invece niente, tutto saltato.
Il motivo? Una clausola che impegnerebbe il lavoratore a rinunciare, anche in futuro, a ciò che gli spetta in richieste definite “tardive, ma che hanno ragione di essere” come sottolineato da Maurizio Cantello, sindacalista Fiom.
Secondo i sindacati i lavoratori, con questa clausola, prenderebbero la buonuscita comunicata l’altro giorno di 11.400 euro o di 5.300 a seconda dei casi, ma rinuncerebbero a tutto il resto, cioè eventuali stipendi arretrati, eventuali tredicesime o quattordicesime non retribuite.
I sindacati, a questo punto, hanno chiesto alla curatela di togliere questa clausola, naturalmente bloccando la firma delle manleve, fino a quando il documento modificato non tornerà firmato al mittente. Ma questo ieri pomeriggio alle 6, con le comunicazioni partite di primo mattino, non era ancora avvenuto. A questo punto il pericolo, come sottolineato da Alberto Pastorello, sindacalista Uilm, è che salti tutto ossia l’accordo, ma anche le assunzioni alla Bobst perché se non ci sono le manleve firmate la Bobst non assume. Inoltre senza queste firme non parte nemmeno la cassa integrazione Covid per 13 settimane dal 1° luglio, perché se non c’è manleva di almeno il 90 per cento dei lavoratori non c’è richiesta di cassa integrazione.
Insomma una situazione complicatissima perché i lavoratori, a questo punto, oltre a perdere la cassa, rischiano anche la perdita di stipendi di tre mesi e di contributi pensionistici.