Voghera – Nessuna dichiarazione, nessun commento. Solo silenzio. È quello che è calato a Voghera dopo che nella chat della giunta comunale, a trazione leghista, sono spuntate dichiarazioni come “pezzo di m.” riferito a un determinato giornalista, “Africa market” per indicare un negozio frequentato da extracomununitari. E poi ancora: “finché non si comincerà a sparare, sarà sempre peggio”.
L’assessore che invoca l’uso delle armi si chiama Giancarlo Gabba, è nato a Voghera nel 1953, medico in pensione, è un leghista della prima ora, uno di quelli che andava a Pontida. Ha due pastori maremmani e una passione per Gabriele D’Annunzio. Già assessore alla Cultura, secondo voci non confermate sarebbe munito di regolare porto d’armi. Come giustificherà quella frase “pizzicata” in rete?
Gabba in Comune non si fa trovare, nel suo studio medico nemmeno, e neanche a casa.
Poi, dopo l’ora di pranzo, finalmente risponde al cellulare: “Non ho nulla da commentare. Non dirò niente. Se non che ho dato mandato a un avvocato di occuparsi della questione”.
Bocca cucita anche da parte della sindaca di Voghera, Paola Garlaschelli, a parte una riga in un comunicato stampa: “Abbiamo incaricato un legale per valutare gli aspetti giuridici della vicenda. In questo momento il mio pensiero va alla città e al lavoro che stiamo compiendo”.
Per il resto il silenzio più totale e una città, Voghera, quella delle famose casalinghe, diventato il centro dell’attenzione per ben altri motivi.
I fatti, nello specifico.
Il giorno 26 giugno l’assessore Gabba, con delega ai lavori pubblici, scrive nella chat della giunta comunale la frase sull’uso delle armi. Nessuno stigmatizza, la frase passa. Il giorno 20 luglio, alle nove della sera, l’assessore Massimo Adriatici, con delega alla sicurezza, usa la sua pistola regolarmente denunciata in una colluttazione con il signor Youns El Boussettaoui. Avevano già discusso altre volte. Il signor El Bousettaoui stava male, dormiva sulle panchine, era aggressivo. L’assessore Adriatici, colpito al volto da uno schiaffone, cade davanti a un bar in piazza Meardi e dalla sua pistola parte un colpo letale. Il giorno 23 luglio, prima della manifestazione in solidarietà della vittima, parla l’assessore al Commercio Francesca Miracca. All’ora di pranzo sta dietro al bancone del Bar Trattoria da Sofia, che gestisce assieme alla sorella. Fra i clienti si presenta anche un giornalista del Foglio che riporterà la frase : “Domani spariamo davvero, mi sa. Domani assoldo i miei operai e scendiamo noi in piazza”.
L’assessore Miracca, indagata per traffico di influenze, è stata poi destituita dall’incarico il 14 settembre proprio per quella frase sull’uso delle armi.
Tre assessori. Tre volte le armi. Come metodo e nella realtà.
E chi ha davvero pagato con la vita è stato Younus El Bousettaoui, cittadino marocchino residente in Italia, molto malato e sofferente. La sorella, Bahija El Boussettaoui, ha poco da dire. Si limita a condannare l’uso delle armi ma tiene a sottolineare: “Ecco quello che succede a forza di parlare di armi. Non è stato un incidente, ma un attacco. Il problema di Voghera non sono i migranti, ma i politici razzisti”.