di Jimmy Barco – Tre mesi dedicati a “studiare” calcio, aiutato dai supporti telematici che consentono di aggiornarsi e anche di cogliere particolari e caratteristiche tipiche della categoria nella quale andremo a militare. Premessa: al Mocca, nella prossima stagione saranno pochissime le persone che ricordano le emozioni del campionato vinto in C girone unico dal Presidente Sacco e da mister Ballacci una cinquantina d’anni orsono, e sono ben pochi coloro che hanno trepidato nella stagione successiva, l’ultima di B nella storia dei Grigi. Il sottoscritto invece ha avuto la fortuna di poter seguire allora quei due campionati a contatto diretto con dirigenti e giocatori e partecipando anche a molte trasferte.
Un sogno divenuto realtà con qualche incubo
La riconquistata serie cadetta sarà quindi per tutti gli alessandrini un salto nel buio e niente spaventa di più dell’ignoto e dei fenomeni ai quali non si sa dare risposta. Nel tempo libero sono andato a rivedermi tutto quello che è stato scritto e detto sui Grigi nel campionato appena concluso, e ho rilevato alcune chicche dei nostri tifosi e della nostra stampa che in diretta mi erano sfuggite. Ho approfondito pure la stagione di Serie B andata in archivio: squadre, allenatori, DS, giocatori, avventure e disavventure dei protagonisti. Il calcio è lo stesso a qualunque livello, certo, ma ogni categoria ha le sue peculiarità. Tutti noi, non addetti ai lavori ma osservatori curiosi, quando rilasciamo pubblicamente giudizi e letture, se siamo in buona fede e dotati di un minimo di onestà intellettuale, dobbiamo conoscere bene lo scenario nel quale la Società e la squadra si muovono.
Critiche distruttive
Le critiche banali, superficiali o fuorvianti sono deleterie per squadra, società e per l’ambiente in senso lato. Nella fattispecie abbiamo notato, con un po’ di stupore, che sabato sera, a margine dell’amichevole disputata a Busto Arsizio, Moreno Longo, rispondendo a una domanda di un giornalista alessandrino, ha lasciato trasparire un certo disappunto per il fatto che i sei nuovi acquisti di spessore promessi dalla Società non erano ancora arrivati mentre sarebbe stato importante invece poterci contare già in ritiro. Le parole del Mister sono state analizzate solo da Mimma Caligaris (ma va?) mentre i quotidiani di riferimento hanno ignorato la delicatezza di questo passaggio. Chi invece non s’è lasciata sfuggire l’occasione di “pucciare il biscottino” nella facile polemica (a parte la solita frangia di tifoseria che approfitta di ogni occasione per scaricare tombarelli di letame sulla Società) è stato il giornale on line Pianeta B, l’organo di stampa più frequentato da chi si interessa di cadetteria.
Il Mister vuole vincere
Le sollecitazioni di Longo, al contrario di quello che è facile cogliere da fuori, non sono servite per sbloccare il nostro mercato. Le trattative di quel peso specifico, anche se condotte dal più sgamato dei DS, non si riescono a chiudere in tre giorni tre. È probabile quindi che, quando Longo ha palesato pubblicamente i suoi mal di pancia, gli acquisti fossero cosa già fatta e mancavano solo le firme sui contratti. È la comunicazione interna che non ha funzionato e, in futuro, è probabile che uno sfondone del genere rimanga figlio unico. Così avversari e detrattori di casa nostra se ne dovranno fare una ragione.
Marconi: un gradito ritorno
Quanto al ritorno in grigio del centravanti Michele Marconi, poi ufficializzato il martedì successivo a quella intervista, era emerso un dissenso immotivato esplicitato sui social non appena Di Masi, quasi un mese fa aveva pubblicamente indicato il ragazzo toscano come un obiettivo di mercato. Il punto oggettivamente debole d’un eventuale ingaggio del buon Michele era rappresentato dalla squalifica di 10 giornate di campionato, ancora tutte da scontare, che gli sono state rifilate per una frase a sfondo razzista detta in campo. Dieci domeniche di fermo significano che il giocatore sarebbe diventato utilizzabile solo dopo i primi due mesi e mezzo di campionato. Il ricorso contro questa durissima squalifica prefigurava il classico misero sconticino di due giornate, ma otto turni di stop sarebbero stati comunque tanti. I suoi infamatori seriali avevano invece continuato a inveire contro la “persona Marconi”, attribuendogli i difetti più odiosi e la virulenza degli attacchi era cresciuta man mano che la trattativa procedeva. L’opera di demolizione ha mancato l’obiettivo di un nulla. S’è saputo che, visto il comitato d’accoglienza ostile che lo aspettava ad Alessandria, il ragazzo aveva preso in considerazione altre offerte di squadre di B.
Gli idioti non mancano mai
Marconi ha firmato a inizio settimana ma lo sputtanamento è continuato.
“Conosco molti furfanti che fanno i moralisti ma non conosco nessun moralista che non sia un furfante”, così Indro Montanelli aveva liquidato quelli che la sanno lunga sul conto degli altri. E leggendo i social alessandrini il giornalista di Fucecchio avrebbe certamente trovato la conferma della sua affermazione. Infatti fra gli autori dello sputtanamento orchestrato su FB, si possono riconoscere alcuni di coloro che che hanno contribuito a far scattare la sanzione di 10.000 euro comminata alla società per i fatti accaduti in campo dopo il rigore decisivo di Rubin. Leggendo le motivazioni della sentenza si capisce che la sanzione, insolitamente severa, è contro gli insulti e le aggressioni verbali ad alcuni giocatori patavini, allenatore compreso. Stendiamo un velo pietoso sulla telenovela dei fatti messa in onda da quella parte di tifoseria che si era impegnata pubblicamente a pagare la multa.
Che fine han fatto i soldi della colletta?
Una colletta mai consegnata, se non in minima parte, una raccolta fondi annunciata dalla stampa cittadina con tanto di fanfara, di cui nessuno ci ha informato sull’epilogo (imbarazzante). È stato triste inoltre sapere che alcuni di quelli che si sono eretti a moralizzatori nell’affaire Marconi siano gli stessi che hanno dileggiato, insultato e aggredito verbalmente i giocatori avversari sconfitti. Particolare quest’ultimo che ha accumunato il comportamento di questi tifosi con alcuni giornalisti di casa nostra, della serie “Dio li fa e poi li accoppia”.
Le conclusioni di queste vicende davvero sconfortanti sono che la multa è stata pagata in gran parte dalla Società, Marconi è stato ingaggiato comunque mentre – udite, udite! – in appello hanno annullato, per non aver commesso il fatto, la sentenza a suo carico che lo avrebbe bloccato fino a ottobre. Quindi Marconi non è un “razzista” e, se lo ritiene, potrebbe querelare i tifosi che, su questo punto, lo hanno diffamato sui social.
Un “Casale Torinese”
Infine un cenno al cambio di proprietà del club casalese nerostellato. I nostri “cugini” sono stati acquistati da un gruppo torinese. Coppo ha deciso infatti di lasciare. Si dice che dietro questa compravendita ci sia la figura di Michele Padovano, ex DS dei Grigi voluto dall’allora Presidente Gianni Bianchi. L’ex giocatore di Juve, Cosenza e Como, fra l’altro, qui è durato poco perché la sua attività era stata bruscamente interrotta dalle Forze dell’Ordine che lo avevano trasferito in “collegio” per una brutta storia di commerci illegali. Speriamo che lavorare in questa provincia non gli sia ancora una volta fatale. Comunque buon lavoro.