Asti – Mussolini nell’Albo onorario della città di Asti. Come la senatrice Liliana Segre. Due nomi decisamente agli antipodi uniti da un destino comune. Quello di essere cittadini onorari del capoluogo piemontese. Per quanto concerne il Duce la conferma della cittadinanza onoraria è arrivata lunedì sera, nel corso d’un consiglio comunale in cui doveva essere votata la pratica, nata dopo la delibera di Giunta, che di fatto revocava la cittadinanza a Mussolini ma che l’opposizione ha chiesto di modificare con un emendamento. Assente il gruppo di Fratelli d’Italia e il vice sindaco Marcello Coppo, respinta la proposta, la revoca è stata messa al voto così come approvata in Giunta: su 22 voti necessari ce ne sono però stati solo 17, tutti di maggioranza. Gli 11 consiglieri di minoranza hanno abbandonato la votazione. Quasi basito il primo cittadino astigiano, Maurizio Rasero: “Abbiamo assistito a un evento che ha dell’incredibile. Un’amministrazione di centrodestra ha presentato una pratica per revocare la cittadinanza a Mussolini. La minoranza di centrosinistra non l’ha votata”. L’opposizione replica in una nota congiunta a firma dei consiglieri Cerruti, Quaglia, Bosia, Anselmo, Ferlisi, Sutera, Malandrone, Spata, Giargia, Veneto, Dolce: “Dopo oltre sei mesi è stata prodotta una pratica arricchita da un emendamento che lascia molti dubbi storici e politici e che è apparsa, da subito, un tentativo di “cambiare discorso” per non creare tensioni all’interno della maggioranza. Abbiamo proposto un emendamento, scritto dal consigliere Luciano Sutera, che riportasse il ragionamento alla sua essenza: revocare ciò che storicamente e politicamente non è più accettabile”. Ossia la cittadinanza a Mussolini, proposta che però è stata respinta dalla maggioranza che ha messo la pratica in votazione così come era. In tutto sarebbero serviti 22 voti ma la maggioranza, con i suoi 17, non ha ricevuto il supporto da nessuno degli 11 consiglieri di minoranza presenti che si sono presi la responsabilità di questo risultato. Per arrivare alla revoca servivano solo cinque voti che non sono arrivati e dunque tutto è rimasto invariato. Mussolini resta cittadino onorario di Asti. “Ma non si dia ad altri la colpa” ha sottolineato Rasero parlando dell’abbandono della votazione da parte degli esponenti del PD che però non ci sta: “Mancava il gruppo di Fratelli d’Italia – è stato comunicato in una nota – così come mancava il vicesindaco Coppo durante la Giunta che ha steso la delibera da portare in Consiglio e il numero dei consiglieri presenti era altalenante e, soprattutto, maggioranza silenziosa e in evidente imbarazzo. Manca la tanto sbandierata compattezza della maggioranza”.
Pronta la replica di Rasero: “L’ordine del giorno era stato firmato anche dai consiglieri di Fratelli d’Italia”. Insomma il mancato voto di lunedì sera sicuramente di polemiche ne scatenerà, anzi qualcuna ne ha già scatenata: “Cosa dava fastidio nel nostro emendamento? Se davvero la cittadinanza la si voleva revocare, occorreva fare come i Padri costituenti hanno fatto dopo la guerra: un passo indietro per ciascuno per raggiungere un obiettivo comune” ha fatto sapere l’opposizione.