Alessandria (Paola Re) – Un Bar di Alessandria è stato sanzionato per avere detenuto tre pesci rossi in ambiente acquatico, violando il “Regolamento per la tutela ed il benessere degli animali” del Comune di Alessandria. Ho sentito le ragioni delle titolari del bar che in un primo momento sono apparse molto contrariate dichiarando di non volere pagare la sanzione dopodiché, vista la solidarietà ottenuta da cittadinanza e amministratori comunali, hanno placato la loro ira e ridimensionato l’accaduto. Nell’ascoltare una telefonata pubblicata su un giornale locale, sono rimasta colpita da quanto dice una delle due titolari parlando con una giornalista: “[…] noi abbiamo a casa cani noi amiamo gli animali noi non sapevamo assolutamente di una cosa del genere se no non li mettevo non mettevo i pesciolini lì dove tutti li vedono e dove posso rischiare di prendere una multa anche perché dove li ho comprati mi hanno consigliato loro di metterli in un’ampolla ma poi chi non ha avuto un pesciolino rosso dentro l’ampolla dai Fiorello la pubblicità della Wind che la vedono milioni di Italiani con il pesciolino che gira nell’ampolla […] bastava solo dirlo sembra follia non per la multa di 100 euro ma proprio per il principio […] se mi dicevano guardi signora secondo me i pesciolini messi lì non vanno bene perché devono avere un filtraggio io seguivo il consiglio che mi davano li prendevo e li portavo a casa ma non farmi una multa così mi dicevano magari domani se vengo e ci sono ancora i pesciolini lì ti faccio la multa […]”. La signora che sostiene di amare gli animali solo perché vive con cani, si chieda come possano vivere tre pesci in una boccia o in un acquario, trascorrendo la loro vita a nuotare in un ambiente angusto, vedendo il mondo attraverso un vetro, all’incirca come lo vedevamo noi dalla finestra quando eravamo soggetti alle misure restrittive della pandemia; evidentemente la nostra carcerazione domestica non ci ha insegnato nulla. La signora sostiene di non avere mai saputo dell’esistenza del regolamento e lamenta di non essere stata messa al corrente dello stesso prima di essere sanzionata, definendo questo comportamento «follia», come se fosse dovere delle autorità di vigilanza e controllo avvisare prima di sanzionare. In ogni caso, ci si chiede quanta responsabilità una persona senta su di sé quando decide di adottare o acquistare un animale, cioè se consideri doveroso informarsi su normativa e buone prassi da seguire. Nel caso dei pesci, se anche non si conosce un regolamento animali, in qualsiasi sito web o forum competente è scritto che le bocce sono fortemente sconsigliate per la salute psicofisica dei pesci. Evidentemente la signora non ha mai pensato di informarsi, limitandosi ad acquistare la boccia addirittura consigliatale dal negozio: questo la dice lunga su quanto siano informati certi esercenti relativamente al benessere degli animali. La signora sostiene che avere un pesce in una boccia è usanza ampiamente diffusa e chiama in causa addirittura il noto spot di una compagnia telefonica con protagonista Fiorello pubblicandolo sulla pagina facebook del suo bar https://it-it.facebook.com/pages/category/Lounge/Bar-invidia-97-1825307337765637/ In quel triste siparietto, Fiorello dialoga con un pesce rosso in tono canzonatorio, facendosi beffa dei regolamenti che molte città italiane hanno. Forse la signora non sa che quella pubblicità è stata oggetto di protesta da parte di associazioni e singole persone che, sia per tutelare i pesci, sia per tutelare l’educazione di bambini e bambine al rispetto degli animali, hanno sottolineato la forma di maltrattamento dell’animale. Per esempio, una delle lettere aperte al noto showman è stata scritta da Progetto Vivere Vegan https://cs-cz.facebook.com/vivereveganonlus/posts/3655093954616568 Io stessa ho scritto sia alla compagnia telefonica che a Fiorello senza ottenere risposta. D’altra parte Fiorello, che presta volentieri la sua immagine di testimonial contro l’abbandono di animali, appare come indiscusso amante degli animali, quando in realtà ama i cani. Il peggio della telefonata arriva alla fine quando la signora dice che, se fosse stata richiamata verbalmente sulla irregolarità della boccia, l’avrebbe rimossa dal bar e portata a casa sua. E’ a questo punto che si è dissolto nel nulla quel poco di solidarietà che ho provato inizialmente per il bar. Forse la signora non sa che il “Regolamento per la tutela ed il benessere degli animali” si applica su suolo pubblico e privato; come si segnalano le condizioni di maltrattamento dei cani detenuti in una proprietà privata, si segnalano quelle dei pesci, quindi la boccia coi pesci rossi sarebbe stata irregolare anche a casa sua. Dichiarare così spudoratamente di togliere la boccia da un esercizio pubblico trasferendola in un’abitazione privata per evitare la sanzione è segno di irresponsabilità e di scarsa empatia nei confronti dei pesci che continuerebbero a essere maltrattati ma lontano da occhi vigili. Occhio non vede, portafoglio non duole. Il 18 Marzo 2019 scrissi al Comune di Alessandria perché sulla vetrina e sulla sua pagina facebook dell’Ufficio Tutela Animali, era presente un logo in cui comparivano alcuni animali tra cui un pesce rosso in una boccia. Proprio in virtù del “Regolamento per la tutela ed il benessere degli animali” chiesi di rimuoverlo sottolineando l’incapacità di comunicare da parte di un’Amministrazione Comunale che sulla tutela animale ha fatto solo passi indietro, ma adesso ha fatto qualche passo per andare a prendere il caffè al Bar Invidia 97 ostentando solidarietà. Si è scritto ovunque che la vicenda si è conclusa al meglio tra solidarietà, generosità, bontà d’animo, sorrisi… ma quei tre pesci che hanno contribuito a regalare un poco di fortuna al bar sono ancora nella loro prigione, leggermente ampliata, ma sempre prigione. Ripudio ogni sorta di gabbia, acquario, teca per animali e non entrerei mai in un locale che ne ospitasse al suo interno per non provare quel senso di disagio che mi attanaglia ogni volta che vedo qualcuno prigioniero tuttavia so che queste piccole prigioni sono legali e considerate luoghi ameni per animali “da compagnia” quali sono considerati i pesci. Essere gentili con gli animali non è sufficiente. Evitare di essere crudeli nei loro confronti non è sufficiente. Sia che sfruttiamo gli animali per mangiare, per vestirci, per divertirci o per conoscere, la richiesta ineludibile dei diritti animali è quella di avere gabbie vuote, non gabbie più grandi (Tom Regan, Gabbie vuote, Edizioni Sonda, 2005 – p.36).