Asti – Nell’ottica di un progetto di contenimento dei cinghiali il lupo può essere un prezioso alleato. A dirlo è la scienza dato che uno studio basato sull’analisi di oltre 10.000 escrementi raccolti dal 1999 al 2011, ha messo in evidenza come gli ungulati selvatici costituiscano la parte preponderante della dieta del lupo sulle Alpi, pertanto si evince che gli ungulati selvatici rappresentano più del 90% delle ricorrenze della dieta del lupo. E a ribadirlo sono stati, nei giorni scorsi, i rappresentati astigiani di “Europa Verde” che hanno detto no a quello che hanno definito il “progetto di sterminio dei cinghiali” ossia un “controllo selettivo violento e inconcludente, utile soltanto ai “cacciatori cecchini” come ribadito da Giuseppe Sammatrice e Patrizia Montafia, portavoce di “Europa Verde” che hanno poi sottolineato la piena condivisione di una “proposta alternativa di Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) per l’applicazione di metodi contraccettivi come quello ideato dagli americani e sperimentato in Gran Bretagna dalla ricercatrice italiana Giovanna Massei” e cioè l’utilizzo di distributori di esche sterilizzanti, progettato per evitare che altre specie non destinate ai vaccini se ne cibino.
“Creare una rete, da parte della Regione, di controlli e di macelli per poter mettere in commercio la carne di selvaggina, ci sembra pericoloso anche perché in condizioni di sempre maggiore promiscuità tra l’uomo, l’habitat e le specie animali selvatiche, il rischio di trasmissione di patologie rimane elevato” hanno aggiunto ancora Giuseppe Sammatrice e Patrizia Montafia.