Acqui Terme – La data è il 21 giugno ed è quella che più temevano gli albergatori di Acqui Terme in merito alla riapertura degli stabilimenti curativi Nuove Terme di Acqui, in via XX Settembre. A confermarlo, ieri, è stato Giovanni Rebora, direttore sanitario delle Terme, mentre in città ancora circolava la voce che l’attività curativa potesse ripartire molto prima, il 7 dello stesso mese. Invece la riapertura delle Terme, che dal 2016 è per oltre l’80% nelle mani private della Finsystems srl avverrà il 21, di fatto facendo perdere un mese di presenze.
“La riapertura avverrà lunedì 21 giugno, a breve aggiorneremo sito e pagina Facebook, stiamo già rivedendo le prenotazioni in vista di quella data – dice il direttore sanitario Giovanni Rebora – sarà in funzione solo lo stabilimento Nuove Terme di via XX Settembre, per le attività di cura, inizialmente al mattino, dal lunedì al sabato. Saremo pronti ad accogliere gli utenti nel rispetto delle misure di sicurezza e con buona parte del personale già vaccinato”.
Non ci sarà spazio, in questa prima fase, per saune, bagni turchi, piscine e relax: tutta l’attività wellness, che viene esercitata tra la Spa Lago delle Sorgenti di zona Bagni e quella interna al Grand Hotel di piazza Italia, che per ora resterà chiuso in toto, è rinviata a data da destinarsi. In base alle misure del governo, questi servizi potrebbero essere riavviati da luglio, ma ad Acqui non indicano date.
Critico il sindaco di Acqui, Lucchini: “Se sarà confermata la notizia, bisognerà prendere atto che questa scelta va contro gli interessi di tutte le strutture ricettive che si aspettavano una riapertura nei primi giorni di giugno, danneggiando nuovamente l’economia della città. È molto deludente che non ci sia ancora una comunicazione ufficiale. Stiamo strutturando con gli assessori regionali di riferimento un incontro nel quale inviteremo anche la proprietà delle Terme per comprendere i motivi della chiusura prolungata e, soprattutto, per capire la direzione e la futura attività che stanno intraprendendo”.
Anche perché fanghi, essuflazioni, fisioterapia, bagni in acqua, inalazioni sono prestazioni sanitarie inserite nei Livelli essenziali di assistenza e avrebbero potuto essere erogati anche in questi mesi di lockdown.