Alessandria (Red) – Viviamo nella paura. Ci terrorizza un virus che non uccide, e il lupo. Il nostro appennino e le nostre valli contano molti branchi di questo splendido animale. Intelligente, riservato, rispettoso dell’uomo. Il lupo fa parte della nostra cultura e il lupo appenninico o lupo grigio è tra le razze più apprezzate. La cultura popolare non gli rende merito in quanto considerato pericoloso per l’uomo, mentre in realtà il lupo non attacca l’uomo e le rare volte che l’ha fatto è stato perché l’animale era affetto dalla rabbia. I lupi non rabbiosi hanno attaccato e ucciso esseri umani, soprattutto bambini, solo sporadicamente, essendo timidi per natura. Chi scrive vorrebbe come amico degli ultimi anni da vivere un Lupo Italiano, recente razza canina selezionata da allevatori piemontesi incrociando un lupo grigio con una femmina di pastore tedesco. È venuto fuori un cane straordinario, intelligentissimo, dal carattere fermo, prevedibile e dall’atteggiamento permeato da un affetto rispettoso e quasi devozionale verso il padrone. mentre rimane sempre piuttosto diffidente con gli estranei. Ha un forte istinto alla guardia e alla difesa della sua proprietà e delle persone che ama. Non uccidiamo il lupo, uno straordinario animale selvatico, ma impariamo a convivere con lui. Tuttavia gli allevatori chiedono misure di contenimento. Lunedì 15 marzo, in modalità on line, nell’ambito del Progetto Life Wolf Alps Eu, si svolgerà il primo workshop per la formazione delle squadre Wpiu (Wolf prevention intervention units), team specializzati nella prevenzione degli attacchi da lupo in provincia di Alessandria. Le squadre verificheranno i danni negli allevamenti, ma soprattutto si dedicheranno alla prevenzione, formando ed informando gli allevatori sulle migliori strategie di protezione del bestiame. Per i cani da guardia si affideranno a esperti cinofili e suggeriranno l’attrezzatura di prevenzione – recinzioni elettrificate, elettrificatori, batterie, dissuasori – fornendo anche assistenza amministrativa per accedere ai finanziamenti agevolati del Piano di sviluppo rurale. In provincia di Alessandria abbiamo dieci branchi di lupi mentre in tutto il Piemonte si contano circa 450 lupi. Da oltre dieci anni il Parco Appennino piemontese, già Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo, nell’ambito del progetto Wolf Alps finanziato dall’Ue, promuove la coabitazione coi residenti.
Il lupo grigio è un animale molto territoriale e stabilisce zone molto più grandi del necessario per sopravvivere, assicurandosi così un rifornimento di cibo sicuro. L’ampiezza del territorio è in funzione del numero di prede disponibili e dell’età dei cuccioli. I territori più vasti si hanno in concomitanza di zone con bassa densità di prede, o quando i cuccioli, superata l’età di sei mesi, raggiungono le stesse necessità alimentari degli adulti. I branchi sono alla ricerca costante di cibo, esplorando, ogni giorno, il 9% del loro territorio. I lupi tendono a essere sedentari, e abbandonano il loro territorio solo nei casi in cui sopraggiungano severe carestie. Il problema della convivenza è solo territoriale. Partendo dal presupposto che noi umani non corriamo rischi seri, il lupo ha bisogno di spazio per procurarsi il cibo. Abbiamo tanto spazio che lasciarne un po’ al nostro amico lupo non deve essere un problema. Il lupo è una notevole risorsa perché
Il lupo grigio è generalmente monogamo, con coppie che rimangono insieme per tutta la vita. Se un elemento della coppia muore il superstite di solito trova facilmente un rimpiazzo.
Siccome i maschi tendono a predominare in quasi tutte le popolazioni le femmine che non si accoppiano sono rare.
Sebbene stiano solitamente alla larga dalle zone occupate dagli uomini, sono noti casi in cui i lupi costruivano la loro tana in garage dismessi o addirittura vicino alle stazioni ferroviarie.
Non disprezziamo il lupo: teniamolo a distanza consapevoli che è un animale selvatico con le sue regole e che è un predatore, ma non uccidiamolo, è un animale prezioso da salvare.
C’è spazio anche per lui in questo mondo.