Alessandria – Giovedì mattina sono stati recapitati alcuni avvisi di garanzia ad altrettanti responsabili della Solvay di Spinetta Marengo. In seguito alla perquisizione da parte dei Carabinieri del Noe, insieme ai tecnici dell’Arpa e ai magistrati. A dieci anni dall’ultima inchiesta che ha portato al processo nel quale sono stati condannati i responsabili dell’azienda chimica, la procura di Alessandria ha aperto un nuovo fascicolo per disastro ambientale e omessa bonifica. Al centro della nuova indagine c’è l’accertamento degli adempimenti alle vecchie sentenze alle quali Solvay era stata chiamata a rispondere. La documentazione è imponente, sia cartacea che informatica acquisita durante la perquisizione. L’inchiesta deve stabilire se lo sversamento delle acque di scarico aziendali nel terreno sottostante, insieme ad una gestione non lecita della discarica interna e del depuratore, abbia o meno generato un ulteriore inquinamento della falda acquifera e in tutta la zona, anche oltre l’area industriale. Una prima bonifica era stata effettuata nel 2014 mentre l’azienda sperimentava nuovi prodotti chimici come il C6O4, da lei brevettato e appartenente alla famiglia dei Pfas che sostituisce il Pfoa, bandito dalle autorità internazionali perché inquinante. Lo scorso anno a giugno tracce di C604 sono state trovate nel pozzo dell’acquedotto di Montecastello, chiuso subito dopo da Amag. Le autorizzazioni chieste da Solvay alla Provincia per l’ampliamento della produzione di C604 erano state bloccate dalla Conferenza dei servizi.