Roma (AGI) – Disponibili a sostenere il governo guidato da Mario Draghi a patto che si tratti di un governo dotato di “solida maggioranza politica”, che lo metta al riparo da “criticità” come quelle che hanno portato alla fine del Conte II. Un riferimento, quello di Vito Crimi a una “maggioranza politica solida” che arriva poco poche ore dopo l’apertura di Matteo Salvini a Draghi.
Una apertura attesa – il leader della lega lo aveva preannunciato nelle ore scorse – ma che apre il problema della “coerenza politica”, per dirla con un parlamentare M5s, del nascituro governo. Meno attesa era la disponibilità tanto convinta da parte dei Cinque stelle, passati nel giro di 36 ore da una posizione “mai in un governo tecnico” alla “disponibilità qualora ci fossero le condizioni”.
In mezzo c’è stato il confronto con gli alleati del Partito democratico e di Liberi e Uguali, preoccupati che uno strappo sull’atteggiamento da tenere nei confronti del governo potesse mettere in discussione la triplice. Ma, soprattutto, c’è stato un dibattito interno non privo di momenti di forte tensione, tanto che ancora oggi Alessandro Di Battista assicura che non farà mai parte di una simile “accozzaglia” e di non avere intenzione di piegarsi a “baciare la pantofola del tredicesimo apostolo”.
L’ultimo confronto dentro M5s è andato in scena questa mattina, prima delle consultazioni con il premier incaricato e a fare la parte del leone è stato Beppe Grillo, protagonista di una arringa dai toni definiti “epici” da chi c’era. Un appello all’unità, ad evitare divisioni e a tenere la barra dritta sui temi del Movimento 5 stelle, quello di Beppe Grillo.
Fonti parlamentari pentastellate riferiscono che il fondatore M5s ha sottolineato la necessità di aprire a Draghi, difendendo allo stesso tempo le battaglie identitarie del Movimento. “Senza lasciare spazio alle polemiche e a chi vuole dividerci”, spiega Grillo. Al confronto – assieme a Grillo, a Davide Casaleggio, ai ministri M5s uscenti, al capo politico Vito Crimi e ai capigruppo Davide Crippa e Ettore Licheri– partecipa anche il premier uscente Giuseppe Conte. Si tratta di una prima per l’avvocato che restituisce plasticamente l’immagine della ritrovata unità interna al M5s..Con lui “oggi la famiglia si allarga”, dice Luigi Di Maio a chi gli chiede della novità e del suo significato politico.
Ritrovata unità, certo, ma anche ritorno di Conte nell’alveo del M5s dopo le tante voci che lo volevano in procinto di formare un proprio partito. L’arringa di Grillo centra il bersaglio, tanto che poco dopo la delegazione M5s si presenta da Draghi con la linea espressa da Vito Crimi: “Non abbiamo mai fatto prevalere gli interessi personali a quelli del Paese”, dice: “Abbiamo ribadito che serve una maggioranza politica solida che possa sostenere un governo solido – aggiunge – superando quelle criticità che hanno portato alla fine del governo Conte 2. Non dimentichiamo gli atti fatti da qualche politico, ma siamo pronti a superare ogni cosa per gli interessi del Paese. Abbiamo dato le disponibilità qualora ci fossero le condizioni [per un governo a guida Draghi. Il nuovo governo] deve essere formato con una vocazione solidale, europeista e ambientalista, partendo da quanto è stato fatto”.
Il cambio di linea viene salutato positivamente da Stefano Buffagni, uno dei primi a spingere il Movimento verso l’appoggio al governo Draghi: “L’Italia deve venir fuori bene e velocemente da questo drammatico momento e guardare alla ripresa con lo sguardo dello sviluppo sostenibile, su cui dobbiamo impostare il lavoro dei prossimi 10 anni. Lo sviluppo sostenibile crea posti di lavoro, crea nuove aziende, crea un’economia che ha rispetto del nostro Pianeta. Lo dobbiamo ai nostri figli e alle future generazioni. Andiamo avanti verso un nuovo futuro, le fragole sono mature”, scrive Buffagni su Facebook riprendendo le parole di un post di Beppe Grillo.
Soddisfatto anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che poco prima delle consultazioni da Draghi, scrive: “Il Movimento 5 Stelle dimostrerà maturità e responsabilità istituzionale. Dobbiamo farlo per gli italiani, ci sono 209 miliardi da spendere. La posta in gioco per il Paese è altissima e lui sa sempre guardare lontano”.