Pane, pasta, pizze, dolci, torte. Nelle case degli alessandrini durante il lockdown è stata riscoperta l’arte della produzione casalinga per cibi a base di farina. Un’abitudine che ha reso la macchina impastatrice uno strumento irrinunciabile in cucina tanto che è entrata nel paniere Istat.
In provincia, rileva Coldiretti, la tradizione del “pane fatto in casa” rappresenta per il 52% delle famiglie una scelta ormai radicata anche per il ventaglio di farine di ottima qualità che vengono prodotte dai grani antichi la cui riscoperta sta dando vitalità al comparto. Un’attività tornata ad essere gratificante per uomini e donne anche come antidoto alle tensioni e allo stress provocate dalla pandemia, magari con il coinvolgimento appassionato dei più piccoli.
Non a caso si è registrata nel 2020 una crescita boom degli acquisti di farina, cresciuti del 41% e delle uova che segnano un +16% proprio per effetto delle tendenze degli alessandrini a diventare “fornai” e sbizzarrirsi, preparando pasta e dolci fatti in casa.
Se in passato erano, infatti, soprattutto i più anziani ad usare il matterello, adesso la passione si sta diffondendo anche tra i più giovani e tra persone completamente a digiuno delle tecniche di preparazione, proprio grazie alle nuove tecnologie che hanno registrato un boom di vendite durante la pandemia.
Si tratta di un fenomeno diffuso a livello globale tanto che il 2020 si è chiuso con un balzo nelle quotazioni internazionali del grano al top da 6 anni secondo l’analisi della Coldiretti per i contratti future alla chiusura annuale del Chicago Bord of Trade (CBOT) che registrano un aumento annuo del 14,6%.
La provincia di Alessandria è particolarmente vocata alla produzione di frumento tenero con una superficie oltre 34 mila ettari e più di 2 milioni di quintali di produzione e, grazie al progetto regionale filiera Gran Piemonte possiamo dire che il frumento seminato diventerà l’ingrediente fondamentale di ottimi lievitati, di pane e di prodotti da forno veramente 100% Made in Piemonte. Ecco perché, ancor più in questo momento storico in cui la pandemia ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza, è necessario investire su progetti di filiera virtuosi che garantiscano la tracciabilità ai consumatori e una prospettiva di reddito alle imprese.