La denuncia della Polizia Penitenziaria: “Contrastare l’uso indebito dei cellulari tra le sbarre”
Continua incessante l’attività degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria quotidianamente impegnati nel contrasto alla introduzione ed alla detenzione di droga e telefoni cellulari nelle carceri del Paese. In Piemonte, in particolare, sono numerosi i sequestri, l’ultimo in ordine di tempo avvenuto alla Casa Circondariale di Cuneo. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, per voce del Segretario Regionale del Piemonte Vicente Santilli: “L’attenta vigilanza del personale di Polizia in servizio nella Sezione detentiva Accoglienza ha permesso di scovare, domenica pomeriggio, un detenuto proprio mentre stava usando il telefono. A poco sono serviti i tentativi di ostruire la vista all’interno della cella, nel bagno in particolare”. Santilli denuncia come “ormai il traffico tra l’esterno e l’interno dei penitenziari è continuo al punto. Il compiacimento del SAPPe Piemonte va a tutti i colleghi di Cuneo che si distinguono per spiccate capacità professionali perseguendo importanti obiettivi in una complessa e critica realtà penitenziaria che il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE ha sempre denunciato”.
Netta la denuncia del Segretario Generale del SAPPE Donato Capece: “A Cuneo, in Piemonte ed in tutta Italia sono decine i telefonini rinvenuti ogni giorno nelle carceri, in possesso a familiari ed amici di detenuti che tentano di introdurli in carcere con pacchi postali e nei colloqui o proprio in uso ai ristretti stessi. Come avvenuto a Cuneo, le donne e gli uomini della Polizia Penitenziar per l’ennesima volta, pur se tra mille criticità operative, con livelli minimi di sicurezza e poche risorse umane, garantiscono ed assicurano la legalità contro il malaffare della criminalità nelle carceri. Nonostante la previsione di reato prevista dal art. 391 ter del Codice penale di recente emanazione per l’ingresso e detenzione illecita di telefonini nelle carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi. Vanno adottate soluzioni drastiche, come la schermatura delle Sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone”.
Il SAPPE ricorda infine i numeri delle carceri e dell’esecuzione della pena in Italia: alla data del 31 dicembre scorso, erano detenute nelle carceri del Paese 53.364 detenuti rispetto alla capienza regolamentare di poco meno di 50mila posti. Gli stranieri ristretti nelle nostre carceri sono 17.344 (il 33% circa di tutti i presenti). Ben 102.808 i soggetti seguiti dagli Uffici di esecuzione penale esterna, 1.327 i minorenni e giovani adulti presenti nei servizi residenziali e 13.477 quelli in carico ai servizi della Giustizia minorile.
Nelle 13 prigioni del Piemonte erano ristrette 4.175 persone, 4.034 uomini e 141 donne: 1.015 gli imputati, 3.099 i condannati, 53 internati mentre per 8 ristretti la posizione giuridica è ancora da impostare. A Cuneo, in particolare, i detenuti presenti sono 252.