Calosso – Hanno violato le regole Covid. Hanno usato una casa disabitata senza essere autorizzati dai proprietari ed hanno fatto preoccupare, non poco, i residenti del circondario impauriti per il ripetersi di spari. A spararsi addosso erano 12 ragazzi che giocavano alla guerra, il soft air, gioco che si è diffuso in Italia da metà anni ’90. Armi che sparano proiettili di plastica del tutto simili a quelli veri. Ci si sfida a squadre. Spesso assaltatori contro difensori. Ha campionati nazionali ed internazionali, ma come tantissimi sport o divertimenti collettivi è sospeso per via delle norme anti pandemia. Una bravata. Un gioco, senza rispettare le norme Covid, finito con 12 multe da 400 euro. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Asti agli ordini del capitano Alessandro Caprio. I 12 “belligeranti” erano asserragliati in una casa disabitata nel bosco adiacente al paese. Fra loro anche un minorenne.
Il soft air nasce in Giappone negli anni ottanta; in principio, le armi utilizzate erano giocattoli a tutti gli effetti e utilizzavano propulsioni per lo più a gas e a molla, alle quali seguirono poi i primi modelli ibridi (gas e molla), quale il Walter MPL. Il primo fucile ad essere ufficialmente commercializzato fu però il FAMAS, famoso per essere il fucile d’ordinanza dell’esercito francese e progettato dalla GIAT Industries, il quale rimane tuttora il modello più venduto tra le varie Air soft gun. Approda successivamente in tutto il mondo verso gli anni novanta. Questa diffusione fece sì che anche lo stesso mercato, sia per quanto riguarda le ASG che per gli equipaggiamenti, iniziò a differenziarsi, riuscendo così a soddisfare un numero sempre crescente di richieste e necessità specifiche. Le armi usate sono riproduzioni fedeli di vere armi da fuoco, in uso nelle varie forze armate e corpi di polizia (ad esempio Colt M4, AK47, Beretta 92 ecc.), e hanno una potenza di fuoco inferiore ad 1 Joule (il massimo consentito è di 0,99 Joule), e secondo la Legge italiana, esse sono considerati “strumenti”, tale vendita è vietata ai minori di 16 anni e l’utilizzo è consentito ai maggiori di 14 anni (Decreto 9 agosto 2001 n. 362).