Cassano Spinola – Appare inverosimile la versione dei fatti riportata da alcuni organi di stampa secondo cui stamane verso le 10:30 un uomo di 65 anni – soccorso dai Vigili del Fuoco di Novi Ligure, coadiuvati dai Vigili del Fuoco di Alessandria, dal nucleo Saf (speleo-alpino-fluviale), dal Reparto Volo Torino Drago 51, oltre che da una squadra del 118 e dai Carabinieri, per uno spiegamento di forze di una ventina di agenti – sarebbe deceduto perché s’è gettato dal ponte sul torrente Scrivia. Se così fosse bastavano due carabinieri e il medico del 118 per constatarne la morte trovando il cadavere sfracellato sulle pietre sotto il ponte o nell’acqua bassa vicino alla base dei piloni. A cosa servivano il Saf (speleo-alpino-fluviale) e il Reparto Volo Torino Drago 51?
Sembra infatti che non sia andata propriamente così – e lo dimostrano le foto diffuse dagli stessi Vigili del Fuoco alla ricerca dell’uomo (che, a differenza dei pompieri, non si vede) – perché l’aspirante suicida con ogni probabilità non si era buttato dal ponte ma era era ancora vivo e sarebbe morto durante il trasporto all’ospedale. Infatti se si fosse buttato dal ponte il suo corpo sarebbe finito a pochi metri dal pilone. Ma lì non c’era.
A dare conforto a questa tesi è il comunicato dei Vigili del Fuoco: “Comunicasi che in data odierna su richiesta 118, personale VV.FF. di Novi L.re ed Alessandria con squadra Saf (speleo alpino fluviale) con l’ausilio del Reparto Volo Torino Drago 51 si sono recati su SS 153 Serravalle Cassano in prossimità del ponte sul torrente Scrivia per un soccorso persona. Le operazioni di recupero sono in corso. Sul posto 118 e CC. Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Alessandria Servizio Comunicazione Istituzionale”.
Del cadavere non si fa cenno.
Come sappiamo si tratta di un tizio di 65 anni – le cui generalità sono ancora secretate dagli inquirenti (ma quanti misteri dalle nostre parti!) – che, con ogni probabilità, è morto d’infarto. Altrimenti bisogna credere che una task force composta da una ventina di soccorritori, fra pompieri di ogni specialità, sanitari e carabinieri, provenienti da ogni dove, si sia mobilitata in massa per recuperare un cadavere che non c’era. E non era nemmeno nell’acqua bassa sotto il ponte. O almeno: dalle foto non si vede.
I casi sono due: o i pompieri sono atterrati nel posto sbagliato, o il luogo era quello giusto ma l’uomo non era lì perché stava annegando poco distante.
Tertium non datur.