Novi Ligure – Tra Arquata Scrivia e Novi Ligure San Bovo il Cociv deve trasportare lo smarino del Terzo Valico su ferrovia per ridurre il numero di camion sulle strade. Il Tar Piemonte ha così respinto il ricorso presentato da Cociv contro la prescrizione della Regione inserita nel 2017 nella delibera di approvazione del “Piano Cave del Terzo Valico”. Il Cociv, nonostante una diffida a rispettare la prescrizione datata 2018 e un’ordinanza del Tar dello stesso anno, non ha tenuto conto dell’ordinanza del Tribunale Amministrativo per cui le rocce scavate nei cantieri di Radimero, Moriassi e Libarna sono finite nei siti di deposito della pianura trasportate solo su camion, creando difficoltà al traffico, specie a Vignole Borbera, per il difficoltoso ingresso del casello della A7. Cociv infatti riteneva la prescrizione sul trasporto ferroviario non realizzabile per via dei costi considerati eccessivi, calcolati in almeno 50 milioni di euro. Fra le ipotesi, l’utilizzo della tratta ferroviaria della ex Cementir, in disuso da decenni, per collegare i cantieri alla linea tra Arquata e Novi Ligure ma, anche in questo caso per Cociv l’operazione comportava una modifica dell’intero progetto del Piano cave ed era di difficile attuazione. Il Tar ha ricordato che l’uso della ferrovia era già stato indicato nel progetto definitivo del Terzo Valico fin dal 2006 come dalla delibera regionale del 2013 che aveva approvato la prima versione del Piano Cave. Dal canto suo Rfi, in base alla sentenza del Tar dell’11 dicembre, si adeguerà ai provvedimenti di Cociv.