di Andrea Guenna – Sulla vicenda del Covid19 stiamo facendo sbellicare dalle risate il mondo intero. Solo in Calabria, una regione commissariata da undici anni (da quando sono iniziati i “golpe rossi” per cui comandano i compagni senza averne titolo) per quanto riguarda la Sanità coi costi decuplicati, Mago Giuseppi e il Compagno Speranza sono stati inarrivabili nel nominare ben tre commissari in undici giorni: Cotticelli che non sa quello che fa, Zuccatelli che non sa quello che dice, Gaudio che ha qualche problemino con la Giustizia.
Giuseppi e Bonafede volevano commissario chi aveva appena preso un premio a Wuhan
Non basta perché l’impresentabile Eugenio Gaudio (nella foto a destra) è stato premiato a Wuhan prima dello scoppio della pandemia da Covid-19. Il quotidiano La Verità ha scoperto che l’ex rettore della Sapienza aveva firmato con Pechino – nell’ambito dell’adesione dell’Italia al programma Via della Seta – la nascita di un Istituto italo-cinese a Wuhan, la città da cui sarebbe partita l’infezione da da Sars-Cov-2. Ed è proprio lì che Gaudio – il primo novembre, a ridosso dello scoppio della pandemia – ha ricevuto il premio Honorary doctoral degree in Economics and Law dal governo della Repubblica popolare.
In che razza di Paese viviamo?
Non è finita in quanto, per il fatto che anche un bambino capisce che siamo in emergenza, allora emergenza sia, per cui arriva Emergency col suo fondatore Gino Strada. E la Calabria – non me ne vogliano i calabresi che dovrebbero insorgere per questa situazione – sono di fatto omologati al Terzo Mondo dove Strada lavora con la sua associazione internazionale. E mentre il Compagno Speranza, invece di dimettersi (non ne azzecca una, dal libro dato alle stampe e poi fatto sparire, alle tre nomine cappellate in pieno a commissario in Calabria) resta incollato alla poltrona, il governatore facente funzione della Calabria Nino Spirlì, ricordando che le competenze, dopo 11 anni di commissariamento, devono tornare alla Regione, di fronte all’ipotesi di Strada commissario alza le barricate.
Il caso di Gino Strada
E siamo allo scontro finale con Gino Strada voluto da quei fenomeni dei Grillini che accetta l’incarico (forse, chissà, può darsi, dipende, staremo a vedere, non si sa mai, può succedere di tutto) con un annuncio preoccupante in quanto Emergency si impegnerà in Calabria al fianco della Protezione Civile con gli ospedali da campo. La situazione è talmente grottesca che ha fatto scandalizzare perfino quel fenomeno di Fofo’ deejay (quello che ha tolto la prescrizione) che non nasconde una certa insofferenza di fronte al balletto delle nomine. Oltretutto Emergency costa un sacco di soldi: nel 2019 ha incassato 43.838.903 euro, di questi, 14.805.019 sono finiti per il personale delle missioni, 1.217.263 per i dipendenti che fanno attività culturale, e 1.869.369 per i dipendenti di supporto generale. Totale: € 17.981.671 solo per i dipendenti! Ma stiamo scherzando? E chi paga? Anche alla luce di questi proventi c’è chi da per scontata la collaborazione del milionario Strada. E avanti con la ghiaia.
La situazione è tragica ma non seria
Inutile dire che la situazione generale è tipicamente italiana dove tutto è tragico ma niente è serio. Come non sono seri certi pennivendoli di regime, e a tutti i livelli, che continuano a fare terrorismo con articoli ignobili (ma noi – a differenza vostra – siamo liberali e non denunciamo nessun collega al collegio di disciplina dell’Ordine, tranquilli) a danno degli italiani che sono terrorizzati.
Di fronte ad un’epidemia nella stragrande maggioranza curabile da casa se i medici di famiglia – non tutti per fortuna – invece di fare i paraculi (anche qui da noi in Mandrognìa) si dessero un po’ da fare, data la situazione noi cerchiamo di capire da che parte siamo girati chiedendolo ai numeri, perché non mentono: quelli sono e quelli restano.
E i numeri ci dicono che, a livello nazionale a tutto il 17 novembre 2020:
- I positivi al Covid19 sono stati 733.810, pari all’1,21% della popolazione nazionale – come se ad Alessandria ce ne fossero stati 1.135
- I dimessi sono sono stati 457.798, pari allo 0,75% della popolazione nazionale – come se ad Alessandria ce ne fossero stati 3.433
- I morti sono stati 46.464, pari allo 0,07% della popolazione nazionale – come se ad Alessandria ce ne fossero stati 65.
Perché paralizzare l’Italia?
A questo punto ci si chiede se sia possibile paralizzare l’Italia per dati così irrisori, un po’ come paralizzare Alessandria perché in 11 mesi ci sono stati 65 morti con Covid19.
Ma stiamo scherzando?
E allora mi chiedo sempre, e attendo sempre una risposta: cosa sta succedendo?
Forse qualcuno la risposta l’ha velatamente data ed è il primario di anestesia del policlinico di Milano professor Antonio Pesenti che a Frencesco Rigatelli che lo intervistava ad un certo punto ha detto: “Si cercano persone in sale operatorie e altri reparti e dopo un breve addestramento si mandano in campo. Qualcuno è arrivato da fuori, ma non nella misura che servirebbe. Purtroppo medici e infermieri specializzati non si inventano in pochi mesi”.
La nostra Sanità ormai fa acqua da tutte le parti
Ecco il problema che noi di Alessandria Oggi, come sempre in beata solitudine, denunciamo da mesi: mancano i medici e quelli che ci sono non sono preparati.
Gli è che, alla fine, come sempre, tutti ci danno ragione.
Ergo: la sanità italiana non funziona. Mancano i medici di famiglia e quelli che ci sono non bastano anche perché sono in pochi disposti ad assistere un malato di Covid19.
Io mi ricordo che nel 2001 mi sono ammalato di diverticolosi i cui sintomi sono simili a quelli dell’appendicite, solo che i diverticoli infiammati li avevo a sinistra. Il mio medico curante – che poi ho revocato – mi aveva diagnosticato un’appendicite e quando gli ho segnalato che, a meno che non fossi un marziano, l’appendice l’ho a destra mentre i dolori erano a sinistra, ha insistito. Se questi sono i medici di base in Italia e se quelli sono i medici ospedalieri, si può capire che, a fronte di percentuali ridicole di malati di Covid19, regni comunque il caos. Non basta perché se a Milano dominano la Sanità due persone come Massimo Galli 69 anni, direttore dell’Ospedale Sacco e Vittorio Demicheli 66 anni, direttore sanitario di Ats (Agenzia Territoriale della Sanità), il primo infettivologo, il secondo epidemiologo, entrambi comunisti dichiarati, il primo addirittura orgoglioso di essere stato un sessantottino, si capisce perché, per analogia estensiva, la Sanità italiana sia allo sfascio, ridotta così a forza di mandare ai vertici dei politici dalle dubbie competenze invece che dei medici di comprovata esperienza.