Novi Ligure – Siamo stati facili profeti, e ce ne dispiace, per aver previsto che per la ex Ilva si stava temporeggiando troppo. E si è avverato quello che si temeva, cioè il nulla di fatto uscito dalla trattativa tra governo e ArcelorMittal sul rilancio dell’azienda siderurgica italiana. I giorni passano e il termine per siglare l’intesa Stato-multinazionale sul nuovo piano di rilancio previsto per il 20 novembre prossimo (fra 11 giorni) potrebbe slittare stante l’assoluta mancanza di un’intesa preliminare. Di certo vi sono solo gli ultimi licenziamenti di venerdì a Genova che non contribuiscono a rasserenare gli animi. Partirà una vertenza nella quale i dipendenti messi alla porta impugneranno il provvedimento, mentre stamane a Cornigliano è in corso l’assemblea davanti ai cancelli indetta dalla Rsu, per discutere come affrontare la situazione. Il sindacato parla di “clima da caccia alle streghe” ma “non sono i lavoratori le streghe da cacciare”. Duro l’attacco della Rsu al governo: “Deve intervenire. Lo stabilimento di Cornigliano – si legge in una nota del sindacato – è ridotto peggio di come ArcelorMittal lo ha trovato, a gennaio 2019. Non è stato fatto alcun investimento in due anni. L’azienda continua a trattare con il governo cinquemila esuberi, in barba all’accordo sindacale e al bando di vendita internazionale”. E mentre i lavoratori protestano si attendono altri licenziamenti. La situazione si ripercuoterà inevitabilmente sulla realtà novese dove le cose non vanno meglio. E mentre alcuni autotrasportatori aspettano di vedere pagate fatture vecchie di mesi, gli operai guardano cosa succederà a Genova per decidere il da farsi a Novi.