Predosa – Ennesimo colpo inferto dai Carabinieri allo spaccio di sostanze stupefacenti. Quattro le persone arrestate, trovate in possesso di oltre mezzo chilo di cocaina destinata alla “piazza” dell’alessandrino. Spacciavano nell’area del Lido di Predosa (nella foto aerea). Dopo l’operazione “Talpona 2020”, portata a termine nella scorsa metà di settembre, con l’arresto di 8 persone e il sequestro di oltre 6 etti di droga, tra cocaina, eroina e hashish, i Carabinieri delle Sezioni Operative delle Compagnie di Alessandria e Acqui Terme hanno ancora una volta avuto ragione dei malviventi. I pusher avevano privilegiato, come “piazze” dello spaccio, le zone campestri e le aree boschive, ritenute più “sicure” nella convinzione di poter notare con più facilità l’eventuale presenza delle Forze dell’Ordine. Nella serata di ieri, grazie alle indagini condotte dai Carabinieri, coordinate dalla Procura della Repubblica di Alessandria e col supporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA), gli uomini della Benemerita hanno tratto in arresto in flagranza di reato altri 4 pusher ai quali hanno anche sequestrato oltre mezzo chilo di cocaina per un valore di mercato di circa 50.000 euro. I pusher, tutti marocchini, devono rispondere anche di porto abusivo di armi e oggetti atti ad offendere, in quanto i militari hanno sequestrato loro due grossi “machete”. A finire in manette sono stati D.J di 34 anni, S.E.H di 38 anni, B.E.M. di 39 anni e G.G. di 45 anni. Collaudato il modus operandi, che privilegiava ancora una volta, le zone boschive e le aree campestri nei pressi di Predosa (AL), caratterizzate da spazi aperti con ampie vie di fuga in prossimità dell’autostrada A26, lontano da occhi indiscreti, ma non dall’attenzione dei Carabinieri, che con meticolosa perseveranza, mirati servizi di osservazione, pedinamenti e attività tecniche, hanno individuato i diversi soggetti che, in brevissimo tempo, erano “scesi” dall’hinterland milanese ed avevano “rimpiazzato” i pusher arrestati solo il 16 settembre scorso, a testimonianza della pervicacia di quelle che non possono non ritenersi “agguerrite” organizzazioni criminali che, incuranti dei colpi inferti loro dalle Forze dell’Ordine, come la leggendaria Idra di Lerna, ad ogni azione volta a “tagliarne” le teste, queste ultime sembrano subito ricrescere, addirittura moltiplicandosi. Così, nonostante il perdurare della pandemia da Covid19, gli spacciatori erano tornati nella stessa zona, “riappropriandosi” della piazza di spaccio, segno di quanto proficua fosse l’attività illecita, tanto da far passare in secondo piano sia il rischio di essere arrestati, che quello di poter contrarre il Covid19.