Roma (Agi) – “La battaglia del voto finirà alla Corte Suprema”, assicura Donald Trump. Il presidente interviene dopo Joe Biden – che ha parlato con fiducia della sua vittoria imminente – per marcare ancora una volta la linea: “Se contate i voti legali sto facilmente vincendo. Se contate i voti illegali… loro stanno cercando di rubarci le elezioni”.
Così Trump contesta il fatto che lo scrutinio sia ancora in corso e sottolinea “l’incredibile numero di ricorsi” presentati dal Grand Old Party. È la sua prima apparizione in pubblico dall’Election Night, quando ha reclamato la vittoria contro lo sfidante democratico Joe Biden. “Ho vinto in modo deciso in molti Stati cruciali”, ha sottolineato Trump, indicando come non vi sia stata nessuna “onda blu”. Ha dunque definito “falsi e ridicoli” i sondaggi che davano vincente lo sfidate democratico Joe Biden. “Semmai – ha concluso – c’è stata un’onda rossa”. Il presidente ha detto di aver “sentito storie dell’orrore” (sulle presunte irregolarità del voto), ha accusato i dem di “non volere osservatori allo spoglio” delle schede, ha affermato che “il Gop è diventato il partito dei lavoratori” e rivendicato il risultato di “non aver perso neanche una sfida alla Camera”.
Biden: “Nessuno ci porterà via la nostra democrazia”
“Nessuno ci porterà via la nostra democrazia. Né ora né mai. L’America è andata troppo avanti, ha combattuto troppe battaglie e ha sopportato troppo per lasciare che accada”, scrive su Twitter il candidato democratico alle presidenziali, Joe Biden, dopo l’intervento alla Casa Bianca di Donald Trump, che è tornato ad accusare i dem di brogli. “Sto col presidente Donald Trump. Dobbiamo contare ogni voto legale”, è invece il “cinguettio” del vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, anch’esso successivo all’intervento di Trump.
Cinque Stati ancora in bilico
Il risultato delle elezioni è appeso a cinque Stati: Nevada, Arizona, Georgia, Pennsylvania e North Carolina, che nelle prossime ore (o forse giorni) decideranno la corsa alla Casa Bianca. La sfida dell’ultimo miglio si gioca su due piani: quello alle urne dove il candidato democratico, si è già aggiudicato 253 grandi elettori sui 270 necessari; e quello legale, su cui sembra puntare Trump che per tutto il giorno ha denunciato su Twitter le frodi elettorali e ha schierato la massima potenza di fuoco dei suoi avvocati per cercare di arginare l’ondata dei voti per posta che sembrano nella stragrande maggioranza finire nel forziere di Biden.
Ma finora non ha trovato giudici dalla sua parte: sono stati bocciati tre ricorsi su cinque. Michigan, Pennsylvania (dov’è intervenuta la Corte suprema statale) e Georgia. I conteggi vanno avanti. Per la gioia delle migliaia di persone scese in strada in diverse città del Paese per rivendicare che “ogni voto conta” ma anche che “ogni voto va contato”. Tornando ai numeri, a Biden – che parla e twitta già da presidente – servono 17 grandi elettori per potere coronare il sogno di una vita. “Sia chiaro: ho fatto una campagna come un orgoglioso democratico, ma governerò come presidente americano”, scrive. All’ex numero due di Obama bastano Arizona e Nevada per potersi insediare alla Casa Bianca.
I ritardi nel conteggio
Per via della lentezza dello spoglio dei voti postali, potrebbero servire ancora giorni per avere i dati completi. Solo nella giornata di venerdì avremo un “quadro più chiaro” sul risultato del voto in Arizona, dove scende a poco più di 46.000 voti il vantaggio del candidato democratico Joe Biden in Arizona, dove lo spoglio è al 95%. Gli ultimi dati danno Biden al 50,06% con un milione e 528.319 voti contro il milione e 482.062 voti di Donald Trump, al 48,54%.
Hobbs ha spiegato che ci sono ancora tra le 400.000 e le 450.000 schede da scrutinare e che poco meno di 300.000 schede non ancora conteggiate arrivano dalla contea di Maricopa, quella che include la città di Phoenix. Dalla contea di Maricopa, la più popolata del “Copper State”, è comunque atteso un aggiornamento alle 3 del mattino italiane. L’Arizona assegna 11 voti nel collegio elettorale che alcuni media, tra cui Fox e Associated Press, hanno già assegnato a Biden.
La situazione in Nevada
Il Nevada non comunicherà i risultati definitivi delle elezioni presidenziali prima del fine settimana, si apprende da un comunicato della segretaria di Stato del ‘Silver State’, Barbara Cegavske, la quale ha spiegato che mancano circa 190.150 schede da scrutinare, il 90% delle quali provengono dalla contea di Clark, quella della citta’ di Las Vegas, di tendenza democratica.
In Nevada rimane da scrutinare circa il 15,5% delle schede: 123.554 voti postali e 66.596 schede depositate nei seggi di persona. Il numero dei voti postali potrebbe aumentare nei prossimi giorni in quanto fino a martedì prossimo verranno accettate le nuove schede che giungeranno con un timbro postale del 3 novembre o precedente.
Secondo il responsabile dello spoglio della contea di Clark, Joe Gloria, “il grosso dello spoglio avverrà tra sabato e domenica” ma già venerdì sarà comunicato il risultato dello spoglio di 51.000 schede. Gloria ha però avvertito che, se entro martedì arriveranno nuove schede valide, lo scrutinio potrebbe protrarsi fino a giovedì 12 novembre. Il Nevada assegna 6 voti elettorali. Al momento Joe Biden è in vantaggio con il 49,4% contro il 48,5% di Donald Trump.
Si assottiglia il vantaggio di Trump in Georgia
Lo scrutinio dei voti delle elezioni presidenziali in Pennsylvania sarà completato entro la giornata di venerdì, ha annunciato in conferenza stampa la segretaria di Stato del Keystone State, Kathy Boockvar, la quale ha sottolineato che in Pennsylvania “ogni metodo di voto è incredibilmente sicuro” e che gli addetti allo spoglio prendono il loro lavoro “con grande serietà”. La Pennsylvania assegna 20 voti elettorali e vede al momento Trump in testa con il 49,9% e Joe Biden, il cui svantaggio si è progressivamente assottigliato, al 49%.
Non ci sono al momento novità dalla North Carolina, che assegna 15 voti elettorali altresì ritiene validi i voti giunti in ritardo ma con timbro del 3 novembre o precedente. In Georgia – dove invece, come in Arizona, vengono annullate le schede giunte dopo il 3 novembre, si assottiglia ad appena 2.500 voti il vantaggio di Donald Trump, mentre mancano ancora 71 mila schede da scrutinare. In questo Stato tradizionalmente repubblicano un candidato alla presidenza democratico non vince dal 1992. La Georgia vale 16 voti elettorali.