Roma (n.g.) – Il periodo più difficile per il governo e i partiti a sostegno della maggioranza è proprio questo. Conte è costretto a ricevere gli scontenti, dagli organizzatori di sagre di paese ai gestori di cinema e teatri, per provare a tacitarne le proteste. Non solo i destinatari delle misure ma anche la stessa maggioranza chiede spiegazioni al governo: “Non puoi pensare di chiamarli 5 minuti prima e leggergli il Dpcm, così non funziona” chiosa Zingaretti al termine della Direzione il leader del Pd. Inoltre dà a Conte trenta giorni per far giungere i ristori delle categorie e per decidere i progetti sul recovery fund e sulle riforme. Insomma la rabbia nelle piazze e l’insofferenza diffusa verso le nuove misure, mostrano che la gente è meno incline alla muta disciplina come in Primavera e lo spettacolo di assalto al premier subito dopo le decisioni prese per contenere il contagio è un inedito che dimostra la maggior debolezza del governo in questa seconda fase. “Chiederò di cambiare il Dpcm, mentre si chiedono sacrifici – dice Matteo Renzi – sarebbe utile che il governo ci spiegasse quali sono i dati scientifici e le analisi su cui si prendono le decisioni: i dati scientifici, non le emozioni di un singolo ministro”. Il leader di Iv si riferisce al ministro della cultura Franceschini, reo di aver sdoganato queste misure per una paura incontrollata. Renzi prosegue nella sua analisi con riferimenti ai limiti di orario ai ristoranti e bar: “Tecnicamente inspiegabile, tanto che sembra un provvedimento preso senza basi scientifiche. Non si può solo chiedere all’opposizione di sottoscrivere le decisioni prese dalla maggioranza”. Annuncia inoltre che chiederà personalmente a Conte di tenerli aperti fino alle 22. La giostra della maggioranza è impazzita, i partiti di governo per timore di perdere consenso vogliono condividere con le opposizioni le decisioni.