Napoli (Agi) – Sospensione dal 16 al 30 ottobre delle attività didattiche in presenza per le scuole primarie e secondarie, ma anche per le Università, fatta eccezione per gli studenti del primo anno. È quanto prevede un’ordinanza del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che è in corso di pubblicazione e che arriva dopo la nuova impennata di contagi. “In relazione alla situazione epidemiologica esistente – si legge in una nota della Regione – sono state adottate misure rigorose con il doppio obiettivo di limitare al massimo le circostanze di assembramenti pericolosi in ogni ambito, privato e pubblico, e con l’obiettivo di ridurre al massimo la mobilità difficilmente controllabile”.
Oltre allo stop alla didattica in presenza, dovuto al “livello di contagio altissimo registrato anche nelle famiglie e derivante da contatti nel mondo scolastico”, l’ordinanza vieta “le feste, anche conseguenti a cerimonie, civili o religiose, in luoghi pubblici, aperti pubblico e privati, al chiuso o all’aperto, con invitati estranei al nucleo familiare convivente”.
Sono inoltre sospese le attività di circoli ludici e ricreativi si raccomanda agli enti e uffici competenti di differenziare gli orari di servizio giornaliero del personale in presenza. A tutti gli esercizi di ristorazione, inoltre, è fatto divieto di vendita con asporto dalle ore 21, mentre resta consentito il delivery senza limiti di orario.
La decisione del presidente della Regione Campania ha immediatamente suscitato la reazione della ministra per l’Istruzione Lucia Azzolina. “Gravissima e profondamente sbagliata” ha commentato a caldo la ministra che ha parlato di “inopportuno accanimento di De Luca contro le scuole: è stato l’ultimo a riaprirle e il primo a richiuderle. La scuola in questo momento è invece il luogo più sicuro per i nostri ragazzi, non solo per l’aspetto sanitario ma anche per altro. Proprio la Campania dovrebbe tenerle aperte”.
Per Azzolina è “inaccettabile lasciare gli studenti a casa di fronte ai numeri dei contagi bassi” in questo settore, e “poi di fronte alla priorità le scuole dovrebbero essere l’ultima cosa da chiudere”.