Torino – Il governatore del Piemonte Alberto Cirio con la sua ordinanza che impone di scrivere sul diario, oppure su un modulo o sul registro elettronico, i gradi rilevati a casa, ha causato la rivolta dei presidi piemontesi. L’ordinanza è giudicata impropria anche dai sindacati Flc Cgil, Cisl e Uil che suggeriscono a Cirio di tornare sui suoi passi. Per l’Anp, Associazione nazionale presidi, il presidente Antonio De Nicola, che è anche un preside, è difficile “mettere quattro bidelli a disposizione” e “chiedere agli insegnanti di fare i controlli”. Va giù ancora più pesante Tommaso De Luca, preside dell’Avogadro e presidente di Asapi, l’Associazione delle scuole autonome del Piemonte: “Lunedì sarà il caos. La richiesta è intempestiva e praticamente irrealizzabile, a meno che la scuola non si metta a fare altro rispetto a quello che è il suo compito”. Per la verità, mentre le graduatorie non sono a posto, ci sono mascherine per una settimana, i banchi non arrivano, i lavori di adeguamento sono in corso in molte scuole, questa ordinanza appare francamente un po’ inopportuna. Ma come in tutte le cose c’è l’eccezione che nel nostro caso è l’istituto comprensivo Tommaseo dove due mesi fa avevano previsto questa emergenza ed hanno provveduto a dotarsi di termoscanner. La prima settimana sarà impegnato esclusivamente il personale interno, quindi saranno i genitori a fare volontariato. La verità sta nel mezzo: era prevedibile che le scuole si attrezzassero, qualcuno l’ha fatto, altri no, e sono quelli che fanno casino. D’altra parte Cirio poteva firmare l’ordinanza un po’ prima perché, come in tutte le situazioni, c’è sempre chi resta indietro.