Roma (Martino Grassi di Money) – L’epidemia poteva essere evitata, ma la comunità scientifica ha fallito. Sono le parole della nota virologa Ilaria Capua, una degli esperti considerati più autorevoli in Italia, che si scaglia contro le scelte degli esperti sostenendo che la diffusione del virus era un fattore prevedibile che sarebbe potuto essere evitato attuando delle scelte ponderate.
La Capua continua affermando che il virus sta continuando a circolare, dal momento che il suo obiettivo è quello di “infettare tutte le persone che incontra per garantire la propria sopravvivenza” proprio per questo motivo bisognerà attuare delle condotte collettive responsabili per fronteggiarlo, spiega la professoressa dell’Università della Florida e direttrice dell’One Health Center of Excellence, nel corso di un’intervista per il Corriere della Sera.
Ilaria Capua contro la comunità scientifica
La possibilità che il virus scomparisse con l’arrivo dell’estate è un ipotesi ormai sfumata, spiega la Capua, e pensare che con la bella stagione il virus si ritirasse era illusorio: “I virus non pensano e non guardano in faccia a nessuno: sono macchine”. La virologa poi si è scagliata contro la comunità scientifica affermando che gli scienziati dovrebbero fare autocritica, dal momento che hanno fallito nel loro compito. “La pandemia da Covid non è stata un meteorite inaspettato. Era prevedibile e si poteva evitare come io stessa, alcuni virologi svalvolati e persino Bill Gates avevano previsto”.
L’auspicio della Capua adesso è quello che tutti gli esperti prendano esempio dall’emergenza sanitaria che ha messo in ginocchio il mondo, e che imparino la lezione per il futuro, riferendosi soprattutto alla possibile seconda ondata, precisando che è necessario far riferimento ai ricoveri in terapia intensiva, al momento molto pochi nel nostro Paese. La virologa ricorda inoltre che per evitare una nuova impennata di ricoveri e contagi non servono dei decreti emanati dal consiglio dei ministri, “ma un’attiva collaborazione della popolazione: è una questione di responsabilità collettiva”.
Il coronavirus ha cambiato target
L’epidemia per il momento ha cambiato la tipologia di pazienti, attaccando principalmente “bambini e giovani che, nella stragrande maggioranza dei casi, non presentano sintomi”, contrariamente a quanto accadeva durante la prima ondata spiega la virologa.
Sebbene i più giovani, solitamente non risultino essere sintomatici, e riescano a riprendersi abbastanza in fretta, rimangono comunque una fonte di contagio, in modo particolare per le persone più esposte, come gli anziani e i nonni. È proprio questa la nuova sfida che bisogna fronteggiare, riorganizzando “la vita della popolazione a rischio. Non si parla di lockdown, ma di comportamenti consapevoli che possono allontanare il rischio di infezioni. Le regole sono sempre le stesse: mascherine, distanziamento, igiene. Da una parte e dall’altra”, ha concluso Capua.