Il 20 agosto del 1977 il tenente colonello dei carabinieri Giuseppe Russo e l’insegnante Filippo Costa furono uccisi mentre passeggiavano in località Ficuzza nel comune di Corleone dai sicari della mafia.
Russo stava investigando sul caso Enrico Mattei. La sua indagine lo aveva condotto ad analizzare le relazioni tra cosa nostra palermitana, i corleonesi e il delitto Mattei.
Rapporti molto delicati e certamente non semplici da gestire. Il suo impegno corretto e intransigente lo aveva esposto molto nei confronti della criminalità. La responsabilità civile, la moralità e l’amore per la sua professione lo condussero alla morte. Oggi abbiamo il compito di ricordare l’onestà di un uomo straordinario e anche la terribile sorte toccata a un innocente privato cittadino morto solo per essere stato amico dello sfortunato carabiniere.
Nella sua medaglia d’oro al valor civile rimangono scolpite le gesta e le motivazioni in ordine alle quali è stata attribuita la decorazione: “Comandante di Nucleo investigativo operante in ambiente ad alto rischio e caratterizzato da tradizionale omertà, si impegnava con coraggio ed elevata capacità professionale in prolungate e difficili indagini relative ai più eclatanti episodi di criminalità mafiosa verificatisi tra gli anni ’60 e ’70 nella Sicilia Occidentale. Proditoriamente fatto segno a colpi d’arma da fuoco in un vile agguato, immolava la sua esistenza ai nobili ideali di giustizia e di difesa delle istituzioni democratiche”. (20 agosto 1977)
Il CNDDU ricorda tra gli illustri personaggi ai quali è dedicata la “Maratona della legalità. Uniti contro le Mafie” l’esempio e le alte qualità morali del tenente colonello dei carabinieri Giuseppe Russo affinché la staffetta della legalità possa essere consegnata alle future generazioni.
prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU
(Coordinamento Docenti Diritti Umani)