Il Ministero della Salute studia test molecolari immediati. Se uno studente ha sintomi il protocollo prevede che torni a casa e si attivino i controlli sanitari. Si prova a disinnescare, infine. le bufale che circolano su Facebook e Whatsapp
Roma (Agi) – Test rapidi per gli studenti, eventuale isolamento domiciliare, chiusura temporanea degli istituti in caso di focolaio, fake news sulla possibilità che i ragazzi trovati positivi siano ‘sequestrati’ dalle loro famiglie e affidati all’autorità sanitaria: il ritorno a scuola si avvicina e c’è bisogno di chiarezza su quello che avverrà nel caso in cui proprio gli istituti si rivelino origine di contagio.
In attesa del protocollo a cui lavora il Ministero dell’Istruzione insieme all’Istituto Superiore di Sanità e alle Regioni, le notizie false corrono veloci come le ansie dei genitori.
Test rapidi a scuola con risultato in mezz’ora
Trapela intanto un primo elemento: sarebbe allo studio la possibilità di fare test molecolari “rapidi” per un caso sospetto, accorciando notevolmente i tempi di attesa del risultato rispetto al normale tampone.
Questa l’indicazione contenuta nel prontuario per la gestione di casi e focolai negli istituti scolastici, che sarà più preciso dopo la pronuncia del Cts e il confronto tra Ministero e parti sociali. Nelle linee guida si farà riferimento ancora ai tamponi “tradizionali” come standard diagnostico, pur ammettendo la possibilità di svolgere i test a risposta rapida: gli stessi che vengono applicati, per esempio, agli aeroporti di Fiumicino e Ciampino, e che consentono nel giro di mezz’ora di avere il risultato sull’eventuale contagio.
Sileri: “Se si trova un positivo si chiude la scuola”
Per il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, rimane l’isolamento però la prima misura da adottare: “Se si trova un positivo a scuola si faranno i controlli a tutte le persone intorno, si disporrà temporaneamente la chiusura, e una volta identificati i positivi la scuola potrà ripartire”, ha detto a SkyTg24. La precauzione riguarda sia gli studenti che il personale scolastico.
A lanciare l’allarme sulla necessità di chiarezza erano stati i presidi: “Mi aspetto che si definisca per bene il protocollo da seguire in caso di alunno o di dipendente ‘sospetto positivo”, aveva richiamato – alla vigilia di una nuova riunione del Comitato tecnico scientifico – Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi.
“Noi finora – ha ricordato ai microfoni di “Agorà Estate” su Raitre – abbiamo utilizzato nel caso dell’esame di maturità dei protocolli più semplici perché a scuola c’erano molti meno alunni, mezzo milione per l’esattezza, arrivati a sostenere la loro prova scaglionati; dal 14 settembre, invece, avremo oltre 8 milioni di alunni che ritornano, più un milione abbondante di dipendenti, e una ventina di milioni di genitori che accompagnano i figli o comunque li salutano la mattina a casa e se li vedono ritornare all’ora di pranzo. Si tratta di 30 milioni di persone, è il servizio pubblico di gran lunga più impattante sulla vita della nazione”.
“La scuola – aveva spiegato il presidente dell’Anp – è un sistema molto complesso, penso alle critiche sentite in questi mesi sulla chiusura come se la scuola potesse chiudere o riaprire con la stessa facilità di un’azienda con pochi dipendenti: la scuola mette in comunicazione tantissime persone ed è fatta di intrecci. Uno stesso docente visita magari 3, 4 o 5 classi in uno stesso giorno e se è entrato in contatto con un positivo in una classe riflette questa situazione su altre 2, 3 o 4 classi: tutto questo richiede un’attenzione che probabilmente altri ambienti di lavoro non richiedono”.
Per i dirigenti “scudo” responsabilità in caso di contagio
Rassicurazioni, comunque, sono arrivate sulle eventuali “responsabilità penali dei dirigenti” nel caso di contagio da coronavirus a scuola, quando si tornerà in aula a settembre: “Si farà nè più ne meno che quello che si è fatto con la responsabilità del personale sanitario che combatte il Covid in corsia”, ha detto a SkyTg24 il viceministro Sileri.
“Spero – ha aggiunto – che a settembre o ottobre si discuta di questo. A mio avviso serve uno sgravio di responsabilità per il personale scolastico: stiamo affrontando una situazione unica, non può esserci responsabilità per il singolo”.
La fake news che ha allarmato viale Trastevere
La giornata però è cominciata con una nota del Ministero dell’Istruzione, intervenuta a bloccare una ‘catena’ di post su Facebook e all’interno dei gruppi Whatsapp di mamme sempre più preoccupate.
Il testo-bufala che, oltre a diffondere false comunicazioni è circolato senza freni per 48 ore, recitava: “Il 14 Settembre io non autorizzo nessun personale della scuola ad isolare mia figlia se si dovesse presentare improvvisamente qualche linea di febbre nessun personale sanitario può prelevare mio figlia da scuola in mia assenza traumatizzandola. Non firmerò nessun foglio di autorizzazione che prevede questo tipo di trattamento. Fino alla maggiore età io genitore sono unico tutore di mio figlia. Modificate queste direttive o i figli ce li teniamo a casa! Copia e incolla sul tuo profilo, se anche tu la pensi come me”. Nel protocollo previsto per la riapertura delle scuole, reso noto il 6 agosto 2020, non c’è nessun riferimento ai contenuti di questo delirante messaggio che, oltretutto, non avrebbe alcun valore legale”. E terminava con il classico imperativo a “copiare e incollare”.
L’intervento del Ministero è stato chiaro ed ha usato lo stesso mezzo, i social, per tentare di limitare la falsa notizia: “Sta purtroppo girando una grave fake news su cosa accade quando si deve gestire un alunno che, all’interno dell’istituto scolastico, mostra sintomi compatibili con l’infezione da Covid-19. Si arriva a sostenere che ai genitori non sarà permesso prelevare i propri figli e che questi saranno affidati all’autorità sanitaria. Niente di più falso, ovviamente”.
L’unica certezza che arriva dal Miur è che “il protocollo di sicurezza prevede invece che si debba provvedere quanto prima possibile al ritorno al proprio domicilio e ad attivare i necessari protocolli sanitari per la sicurezza di tutti”.