Milano (Andrea Guenna) – Stefano Pernigotti, erede di una delle più note dinastie di industriali dolciari italiani, è mancato nella sua casa di Milano ieri pomeriggio verso le cinque e mezzo. Aveva 98 anni. Figlio del commendator Paolo, ha preso in mano le redini della Pernigotti Spa nel 1966, dopo la morte del padre avvenuta per un infarto a Novi Ligure, la piccola città piemontese dove la famiglia ha sempre vissuto dopo il trasferimento da Carezzano, nel tortonese, avvenuto ai primi del XVII secolo.
Fondata nel 1860 dal nonno Stefano, suo omonimo, la ditta Pernigotti, con sede a Novi all’inizio dell’attuale Via Mazzini (prima del ponte della ferrovia), era poco più di una drogheria che produceva in proprio torrone e mostarda. Una ventina di dipendenti in tutto. Fu proprio il padre di Stefano, il commendator Paolo, negli anni trenta del secolo scorso a potenziarla, trasformandola, in pochi anni, in una delle industrie dolciarie più importanti d’Italia con due stabilimenti anche in Uruguay.
Superata brillantemente la crisi mondiale del 1929, in virtù della fiducia che le banche – soprattutto una storica banca novese inserita ormai da decenni in un circuito nazionale – avevano riposto in lui, nel 1935 Paolo acquistò la Sperlari di Cremona che diventerà uno dei marchi più prestigiosi nella produzione di caramelle grazie anche al “Cofanetto Sperlari” una lussuosa confezione regalo, simile a quelle che, fino a quel momento, erano state usate per i cioccolatini.
Nei primi anni sessanta del secolo scorso Stefano Pernigotti sposava Attilia Rivolta, appartenente ad un’altra dinastia di imprenditori, i Rivolta, titolari di una prestigiosa industria metalmeccanica, la Iso Rivolta di Bresso (Milano), attiva nell’immediato dopoguerra nel settore motociclistico e, dal 1952, produttrice di autoveicoli.
Dal 1962, entrata nel settore delle auto sportive, l’azienda era diventata famosa per la straordinaria Iso Grifo, vera dream car concorrente di Ferrari e Maserati. Una “belva” con motore V8 di 5,3 litri della Chevrolet Corvette da 350 CV (260 all’ora), abbinato a un cambio automatico a 4 rapporti, disegnata dal giovane Giorgetto Giugiaro. Era esportata anche negli Stati Uniti e la sua livrea immortale affascina ancora oggi. Fu voluta, pare, dal genero dell’ingegner Renzo Rivolta, il vulcanico e intraprendente Stefano Pernigotti che, poco più che quarantenne, era già un grande imprenditore, degno del padre, commendator Paolo, come lui benvoluto dai dipendenti che conosceva e stimava. Aveva idee innovative e, alla fine del 1970, acquisiva la Streglio, azienda dolciaria torinese che, cinque anni dopo, introduceva sul mercato le “Gelées di Frutta”. Nel 1976 iniziava il vero e proprio rilancio della neo acquisita azienda torinese con la realizzazione di un nuovo stabilimento, all’avanguardia per contenuti tecnologici ed impiantistici, a None vicino a Pinerolo. Si tratta di una struttura di 11.000 m², su un’area di 40.000 m², dove si realizza ancora oggi il ciclo della lavorazione del cioccolato partendo dalla tostatura delle fave di cacao. Alla fine degli anni settanta del secolo scorso il gruppo Pernigotti, con Streglio e Sperlari, contava più di 2.000 dipendenti di cui quasi 800 a Novi.
Ma nel luglio del 1980 arrivava la tragedia che avrebbe segnato la vita del Signor Stefano: la morte dei figli Paolo e Lorenzo, 17 e 13 anni (nella foto a lato con la mamma Attilia), vittime d’un drammatico incidente stradale avvenuto nei dintorni di Montevideo in Uruguay, dove si era trasferita la famiglia per qualche mese in quanto là c’erano due stabilimenti Pernigotti diretti dal cugino ingegner Queirolo. Mentre viaggiavano in macchina con l’autista – anche lui morto nello schianto – un camion contromano li travolse e per loro non ci fu scampo. Questo tragico evento mise fine a quella che sarebbe stata la quinta generazione dei Pernigotti imprenditori. Oggi resta una statua nel cimitero di Novi Ligure coi due fratelli che si abbracciano, sorridendo.
La scomparsa dei due figli di Stefano e Attilia metteva indirettamente fine anche all’azienda. Stefano, distrutto dal dolore e rimasto senza eredi, nel 1981 vendeva la Sperlari alla statunitense H.J. Heinz Company. Stefano Pernigotti, infatti, aveva mantenuto eccellenti rapporti professionali con gli Usa dove aveva vissuto, tra il 1960 ed il 1970, e dove aveva avuto modo di frequentare ambienti imprenditoriali. Negli anni novanta cedeva la Streglio alla nipote Lorella Comi che nel luglio 2000 la vendeva alla Parmalat.
Finalmente si concentrava sull’azienda di famiglia ma, dopo anni di lavoro senza entusiasmo, nel 1995 decideva di vendere tutto alla Averna che poi, nel 2013, avrebbe a sua volta venduto alla turca Toksoz che avrebbe chiuso la Pernigotti Spa nel corso del 2019.
Abbandonata per sempre l’attività imprenditoriale, Stefano Pernigotti a partire dalla seconda metà degli anni novanta del secolo scorso, si dedicava totalmente al sociale. Con la moglie Attilia Rivolta dava infatti vita, nel cuore di Brera, a Milano, ad un centro di accoglienza e formazione di stranieri che porta il nome di Associazione San Marco 2000. Ma le avversità non finivano per il signor Stefano, perché nel 2001 veniva a mancare, a soli 61 anni, l’adorata moglie Attilia che, dal giorno della morte dei figli, aveva vissuto in uno stato di inconsolabile depressione. La Città di Milano, per la sua attività di benefattrice e di assistenza, le ha dedicato una via.
Tuttavia il signor Stefano, come lo chiamavano tutti a Novi dove risiedeva per lunghi periodi dell’anno nella bella tenuta Lancellotta, tra Novi e Gavi, non si perse d’animo e, grazie anche ai molti e sinceri amici novesi e milanesi, continuava nella sua opera di carità ed assistenza con la comunità ora dedicata anche ad Attilia, oltre che a Paolo e Lorenzo Pernigotti.
Il Cavalier Stefano Pernigotti era un signore d’altri tempi, un liberal molto vicino alla gente di Novi che lo stimava e lo ricambiava. I suoi dipendenti lo hanno sempre apprezzato per la generosità e le capacità imprenditoriali. Era un gentleman dell’industria, peccato che il destino l’abbia provato così duramente.
La città di Novi si stringe in silenzio intorno al grande novese. Il sindaco Gianpaolo Cabella annuncia la presenza del Comune alla tumulazione nella tomba di famiglia: “Ci saremo per ricordare un uomo amato e per rendergli un omaggio non di circostanza” ha detto al cronista.
La salma sarà tumulata a Novi, a fianco di Attilia, Paolo e Lorenzo.
Non è ancora nota la data del funerale.
Alle Famiglie Pernigotti e Comi, va l’espressione del più profondo cordoglio mio personale e di tutta la redazione di Alessandria Oggi.