Imponenti misure di sicurezza nella ex basilica attorniata da migliaia di fedeli. A Cipro la protesta degli ortodossi: campane a morto in contemporanea con la funzione
Instanbul (Agi) – Un’imponente organizzazione è stata messa in piedi dal governo turco in occasione della prima preghiera a Santa Sofia, prevista oggi dopo la sentenza del consiglio di Stato che ha annullato il decreto del 1934 che istituiva un museo in quello che è il monumento più visitato di Istanbul. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha lasciato la sua residenza a Istanbul per raggiungere l’ex basilica dove parteciperà alla prima preghiera del venerdì dopo la riconversione in moschea.
Migliaia di poliziotti e uomini della sicurezza dislocati nei punti nevralgici della penisola storica di Istanbul, con strade d’accesso chiuse, fermate mezzi pubblici sospese, aree di preghiera separate per uomini e donne, predisposte anche nella piazza Sultanahmet, con punti ristoro per i fedeli e punti di igiene con distribuzione di disinfettanti, maschere e tappetini monouso.
Fedeli, comuni cittadini, hanno iniziato a riversarsi nell’area già da ieri, per un evento che si preannuncia di difficile gestione, considerando che l’emergenza Coronavirus in Turchia non è ancora finita.
Evento principale la preghiera delle 14:16 ora italiana. Attesi, oltre a Erdogan e membri del governo, i capi di stato di Azerbaijan e Qatar. Santa Sofia è stata basilica cristiana per 916 anni, per poi diventare moschea in seguito alla conquista di Costantinopoli da parte delle truppe ottomane nel 1453, prima di essere convertita in museo tra il 1934 e il 1935 per volere del padre della repubblica turca, Mustafa Kemal Ataturk.
Le campane delle chiese greco-ortodosse di Cipro risuonano per cinque minuti in tono funebre durante la preghiera islamica, ha reso noto l’arcivescovado cipriota in una dichiarazione citata dal quotidiano Cyprus Mail, che ha definito “arbitraria, inaccettabile e criminale” la conversione dell’ex basilica da museo in moschea.