Carmagnola – La paura di essere lasciato, finendo per non avere più un sostegno concreto, solo lo attanagliava così come che le sue condizioni di salute potessero peggiorare. E allora un’idea aveva cominciato a ronzargli in testa, quella dell’omicidio.
Sarebbe questo il movente di Pasquale Mattana, l’uomo di 71 anni che venerdì mattina ha ucciso la sua compagna, Eufrosina Martini, nella casa di lei in via Gozzano a Carmagnola, nel torinese.
La loro, in base a quanto scoperto dagli investigatori, era una relazione che era progressivamente diventata soprattutto un sostenersi a vicenda, senza più quella spinta sentimentale che c’era all’inizio. Il tempo passava, lei si prendeva cura di lui in tutto e per tutto ma nell’uomo era nata la paura che un giorno lei decidesse di lasciarlo da solo, con i suoi guai cardiaci. E non voleva vivere gli ultimi anni della sua vita senza quella spalla su cui appoggiarsi.
E allora ha preso la pistola, ha ucciso la compagna e poi si è tolto la vita. Un’arma, quella, che rappresentava più uno strumento per sentirsi sicuro che il mezzo da utilizzare nel caso di doversi difendere da chissà chi. Regolarmente detenuta, doveva però conservarla in casa sua. Il fatto che quella mattina l’avesse con sé nell’abitazione di lei, fa pensare ancora di più al fatto che non sia stato un raptus.
Dopo aver ucciso la donna che aveva conosciuto oltre dieci anni fa, Pasquale Mattana è scappato via, verso casa sua. Prima di salire in auto, la telefonata al figlio per dirgli che cosa avesse appena fatto e poi la realizzazione del disegno che aveva in testa: morire assieme a quella donna che era diventata un perno fondamentale per lui.
Le condizioni di salute dell’uomo non erano gravi, ma probabilmente cominciava temere un progressivo e inevitabile peggioramento. Forese aveva capito che lei, Eufrosina, stesse pensando di allontanarsi, magari spinta da alcune persone vicine a lei che le chiedevano cosa la unisse ancora a quell’uomo. Mattana avrebbe capito, magari attraverso alcuni atteggiamenti della donna durante il lockdown passato insieme proprio lì a Carmagnola, che rischiava di perderla ogni giorno che passava.
E alla fine ha realizzato ciò che aveva in mente.
A dare per primo l’allarme ai Carabinieri è stato il figlio dell’uomo che adesso chiede silenzio e rispetto per il momento che sta passando assieme a tutta la sua famiglia.