Firenze – È guerra aperta fra un dipendente del Comune di Firenze, Alessandro Maiorano e quello che definisce “Il Giglio Magico” del capoluogo toscano, secondo lui “manovrato” dallo stesso senatore nonché ex premier Matteo Renzi, ex sindaco della città ed ex presidente della provincia. In un blog vicino al Movimento 5 Stelle “Il Blog delle Stelle”, Maiorano pubblica il suo sfogo https://www.ilblogdellestelle.it/2012/12/le_folli_spese_di_renzi.html.
Eccone un passaggio: “Sono Alessandro Maiorano, la persona che ha presentato alcuni mesi fa diverse denunce nei confronti di Matteo Renzi in relazione ai 20 milioni di euro che il sindaco di Firenze ha speso nel periodo in cui era in Provincia. Sono dipendente del Comune di Firenze da 33 anni, il più anziano dei 6.480 in forza al Comune. 15 mesi fa ho deciso di far emergere alcune situazioni che non mi tornavano relative a Renzi e con l’aiuto di un funzionario del Tesoro, dottor Stefano Bisogno, mi sono messo a caccia di fatture, conti e quant’altro. Nella mia ricerca sono emersi 20 milioni di euro di fatture che Renzi, ai tempi della Provincia, ha dilapidato, sono emerse spese che reputo folli in relazione ad alcune partecipate, sono emerse situazioni che da cittadino non mi sono tornate e ho deciso di rivolgermi alla Guardia di Finanza”.
Maiorano, che sulla vicenda ha scritto un libro dal titolo “L’Usciere Maledetto di Palazzo Vecchio”, scende nel dettaglio e scrive: “Vi posso fare qualche esempio: 4,2 milioni di euro alla Florence Multimedia, una società di comunicazione che doveva essere usata per valorizzare la Provincia e in realtà è stata usata da Matteo Renzi per valorizzare soltanto la sua persona. Ci sono poi 707.000 euro dati a una fantomatica associazione chiamata Culter. 70.000 per due viaggi in America con un giornalista al seguito. 3.000 euro spesi all’interno di un Grand Hotel. 150.000 euro dati a la Nazione per realizzare una mostra. 1.800.000 dati per altre donazioni. Fiori, regali, pranzi, cene, voli intercontinentali. Per un totale finale di 20.000.000 di euro. Questo è stato rilevato dal sottoscritto che ha portato questi atti alla Guardia di Finanza. Alla Guardia di Finanza ho chiesto anche di indagare sulle famose 100 assunzioni al Comune di Firenze e su altre situazioni alquanto strane e bizzarre che riguardano il sindaco. Sono anche riuscito a far sì che il sindaco di Firenze fosse nuovamente messo in mora dalla Corte dei Conti. Spero quindi che qualcuno indaghi su queste cose e su quelle 100 assunzioni a chiamata diretta del sindaco di Firenze che, manco fosse il presidente degli Stati Uniti, a noi fiorentini sono costate 25-30 milioni di euro. In questi 15 mesi credo di aver fatto un lavoro che forse a Firenze avrebbe dovuto essere fatto da altri e mi riferisco a molti, molti politici che parlano parlano e poi in realtà non fanno niente. Bisogna avere rispetto dei soldi pubblici e non fare il nababbo con i soldi dei cittadini. Questo è ciò che volevo dirvi e con questo vi saluto nella speranza che alla fine tutta la verità emerga”. Il libro di Maiorano rivela retroscena piuttosto imbarazzanti in un libro che è un atto d’accusa. È il libro di chi vuol veder chiaro nelle pieghe della politica, anche se ciò non gli ha evitato nel 2015 una denuncia da parte dello stesso Comune di Firenze per aver timbrato in modo irregolare il cartellino elettronico delle presenze. “Dimostrerò che il mio badge era rotto – è stata la sua ruisposta -, e l’ho segnalato più volte alla direzione del personale e anche quello che è stato sostituito, ha avuto problemi: sarei un folle se non avessi timbrato, anche perchè diverse delle ore di assenza contestate, da quello che ho potuto capire, coincidono proprio con la mia presenza in procura per i miei esposti contro Renzi”, ha detto Maiorano. Tuttavia secondo i giudici di Firenze Maiorano risultava formalmente al lavoro in orari in cui invece sarebbe stato fuori dalla sede comunale. Il reato è di truffa ai danni della pubblica amministrazione e riguarda alcuni giorni dei mesi di ottobre e novembre del 2015. Le indagini sono state condotte dalla Digos. Anche per questi motivi il suo è senza dubbio un libro che scotta, pieno di accuse contro gli appartenenti di quello che lui chiama il “Giglio Magico” cioè la cerchia di politici, faccendieri e portaborse che ronzano intorno a Renzi.