di Sonia Oliva – 530 casi positivi, 14 morti, 42 persone guarite, costituiscono il bilancio alle 12:00 di giovedì 27 febbraio dell’infezione da Coronavirus in Italia. I dati dei contagiati divisi per regione sono: Lombardia: 305, 37 dei quali sono guariti; Veneto: 98; Emilia Romagna: 97; Liguria: 11; Lazio: 3, tutti guariti; Sicilia: 3, 2 dei quali sono guariti; Marche: 3; Toscana: 2; Campania: 2; Piemonte: 2, di cui 1 guarito; Trentino Alto Adige (Bolzano): 1; Abruzzo: 1. Risultata positiva, e ora ricoverata all’ospedale Cervello, una donna di Bergamo in vacanza a Palermo. Positivo anche un medico italiano a Tenerife. Confermato il primo caso di Coronavirus anche in Svizzera, il paziente è ricoverato nel Canton Ticino. Ma Conte tranquillizza tutti e durante la conferenza stampa alla Protezione Civile di Roma ha dichiarato: “L’Italia è un Paese sicuro in cui si può viaggiare e fare turismo. Ci sono solo aree limitatissime con restrizioni. Forse è un Paese più sicuro di tanti altri”. Il Premier ha proseguito sostenendo che “nelle zone che non sono focolaio del virus, non si giustifica la chiusura delle attività scolastiche”. L’Italia è stata divisa in tre zone: quelle del focolaio (zone rosse) dove valgono le misure restrittive varate con la quarantena e i varchi. C’è poi il secondo livello (zone gialle) “che si estende alle aree circostanti che presentano episodi da contagio indiretto” e un terzo livello che riguarda il resto d’Italia. Ed è in quelle zone, ha dichiarato il Presidente del Consiglio, “che sicuramente non ha ragione di esistere la sospensione si attività scolastiche”. È stato comunque annunciato un protocollo per tutte le Regioni. Mentre il Governo si riunisce per studiare protocolli e capire, anche se con un vergognoso ritardo, come far fronte all’epidemia, gli italiani si sono improvvisati virologi e scrittori. Tutti intervistatori. Non si contano sui social i post di coronavirus. Le parole d’ordine sono: scrivere e coronavirus. E così l’ansia si moltiplica in modo esponenziale proprio come succede per i like e le condivisioni. Un atteggiamento forse inevitabile o forse suggerito da una classe politica che, anche questa volta, è riuscita a “relegare” il problema Coronavirus in un angolo del ring e a trasformarlo in uno scontro politico, sfociato in una informazione casuale, seguita da una pessima comunicazione che sembra finalizzata a mere azioni politiche. Al termine della riunione dei Ministri (e dopo un duro scontro con il governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana) come da copione, l’avvocato del popolo (alias Giuseppe Conte) ha somministrato agli italiani la dose quotidiana di ottimismo: “L’Italia uscirà a testa alta”. A parlare è ancora il Giuseppe Conte: “Avevamo annunciato in sede di verifica una cura da cavallo, una terapia d’urto per l’economia: stiamo varando misure per il rilancio del sistema economico, l’emergenza coronavirus ci dà maggiore determinazione. Chiameremo a raccolta tutte le forze del Paese, dimostreremo agli occhi del mondo che da un’emergenza l’Italia può uscire a testa alta”. Infatti va tutto benissimo: supermercati presi d’assalto, disinfettanti di qualsiasi genere introvabili e prezzi alle stelle per mascherine chirurgiche assolutamente inutili per evitare il contagio. E continuiamo a vivere (coronavirus permettendo) nel bel paese dove, come recita una vecchia canzone, si specula allegramente sulle disgrazie della gente.