Castellazzo Bormida (Piero Evaristo Giacobone) – Scusate se insisto, ma mi chiamo Evaristo e, dopo la messa in rete dell’articolo di ieri che tratta d’un impianto spacciato per azienda agricola ma, che, in realtà, è un impianto di lavorazione della Forsu (Frazione organica rifiuti solidi urbani), è scoppiata la polemica. C’è chi dice che l’azienda agricola “Castellazzo Bormida Biometano” SA Srl tratterà solo biomasse, mentre c’è chi dice che tratterà anche Forsu. La legge è chiara in proposito in quanto vieta alle aziende agricole di lavorare la Forsu, ovvero la spazzatura organica, proprio perché occorrono impianti tali da trasformare una semplice azienda agricola in un’azienda che produce biometano dalla Forsu. Le aziende agricole possono trasformare le biomasse, cioè sostanze di matrice organica, vegetale o animale, ma non la spazzatura. La differenza non è di poco conto in quanto le biomasse non sono umide e non hanno il percolato presente, invece, e in abbondanza, nella Forsu. Sono quindi biomasse, oltre alle essenze coltivate espressamente per scopi energetici, tutti i prodotti delle coltivazioni agricole e della forestazione, compresi i residui delle lavorazioni agricole e della silvicoltura, gli scarti dei prodotti agro-alimentari destinati all’alimentazione umana o alla zootecnia, i residui, non trattati chimicamente, dell’industria della lavorazione del legno e della carta, tutti i prodotti organici derivanti dall’attività biologica degli animali e dell’uomo, come quelli contenuti nei rifiuti urbani. La Forsu invece è composta da materiale organico, altrimenti detto umido, proveniente dalla raccolta differenziata. Sono rifiuti puzzolenti, putrescenti, per la cui lavorazione occorrono impianti ben diversi da quelli che lavorano le biomasse. Ora, andando a vedere bene, nel progetto presentato in Provincia da “Castellazzo Bormida Biometano” SA Srl, c’è scritto che l’impianto in oggetto tratterà la Forsu tramite digestione anaerobica. C’è scritto anche che la “Castellazzo Bormida Biometano” SA Srl lavorerà in un anno, 60.000 tonnellate di Forsu e 22.000 tonnellate di verde, ergo biomasse. Quindi non è un’azienda agricola, ma un’azienda che lavora la Forsu per produrre biometano. Un’azienda potente, se si tiene conto che quelle 82.000 tonnellate la piazzano ai primi posti in Italia. Non basta perché, se teniamo conto che i Comuni pagano 180 euro a tonnellata per far smaltire la Forsu, va sa sé che la falsa azienda agricola “Castellazzo Bormida Biometano” SA Srl incasserà la bellezza di € 10.800.000,00 (180×60.000). ma non è tutto in quanto su quella stradina di campagna che porterebbe all’azienda e che costeggia la magnifica Abbazia Templare della SS Trinità, un gioiello architettonico dell’XII secolo, passeranno ogni giorno decine di camion pieni di rumenta. Quindi inquinamento acustico, inquinamento da gas di scarico dei camion, puzza. Tutto ciò in un Sito di Importanza Comunitaria (SIC) corrispondente al parco naturale del Torrente Orba che identifica la zona in cui dovrebbe sorgere l’impianto.
E io pago.