Traduzione di Luciano Lago per Contro.it (Fonte: Prensa Latina) – Il giornalista e analista brasiliano Pepe Escobar (nella foto) spiega nell’articolo, “No Weapon Left Behind-The American Hybrid War On China” (non è tralasciata nessun’arma dietro la guerra ibrida degli Stati Uniti contro la Cina) una serie di elementi che suggeriscono che Washington potrebbe essere dietro all’epidemia che colpisce il gigante asiatico.
“Inesorabilmente, anno dopo anno dall’inizio del millennio, la partecipazione degli Stati Uniti all’economia mondiale si riduce mentre quella della Cina aumenta”, afferma l’analista nella sua presentazione.
La Cina, sottolinea, è già il centro chiave dell’economia mondiale e il principale partner commerciale di quasi 130 nazioni, qualcosa di inaccettabile per le élite di potere di Washington.
Escobar spiega nelle sue argomentazioni che attualmente una vasta gamma di nazioni in tutto il Sud del Mondo ha firmato per far parte dei BRICS, (un gruppo formato da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), cinque nazioni con economie emergenti o recentemente industrializzate fra le più importanti del pianeta
Solo lo scorso anno, le società cinesi hanno firmato contratti per un valore fino a 128 miliardi di dollari in progetti infrastrutturali su larga scala in dozzine di nazioni.
In tal senso, sostiene, l’unico concorrente economico negli Stati Uniti è impegnato a ricollegare la maggior parte del mondo ad una versione del 21° secolo, totalmente collegata alla rete di un sistema commerciale che era al suo apice oltre un millennio fa : il percorso della via della seta eurasiatica.
A questo proposito, afferma nella sua analisi, questo stato di cose è inevitabilmente qualcosa che i settori toccati dalla classe dominante degli Stati Uniti semplicemente non accetterebbero.
“La Cina ha affrontato, dopo il suo boom, un’epidemia di influenza suina che ha ucciso metà degli stock esistenti, nella guerra commerciale chiamata da Trump, tra gli altri effetti, e adesso sorge il coronavirus che praticamente ha fatto chiudere metà del Paese”, esemplifica Escobar.
“Insieme a questo – dice l’analista – si vede l’incessante ondata di propaganda della guerra ibrida del governo degli Stati Uniti per cui un esponente del Pentagono, alla recente Conferenza di sicurezza di Monaco, ha dichiarato ancora una volta che la Cina è la più grande minaccia economica e militare, per gli Stati Uniti e, per estensione, anche per tutto l’Occidente.
L’analista affronta l’attuale situazione di Covid 19 e solleva l’ipotesi di un attacco con armi biologiche in grado di causare immensi danni economici.
Inoltre pone una domanda inevitabile: un’arma da guerra biologica? E osserva che in superficie il coronavirus è un’arma biologica perfetta per coloro che vogliono scatenare il caos in Cina.
Cita Francis Boyle, professore di diritto internazionale all’Università dell’Illinois e autore, tra gli altri, di Biowar e Terrorismo, che sostiene che il coronavirus è “un’arma offensiva di guerra biologica”.
Afferma inoltre che non c’è dubbio che il coronavirus, finora, sia uno strumento politicamente utile inviato dal “Cielo”, che ottiene, con un investimento minimo, gli obiettivi desiderati di massimizzare il potere globale degli Stati Uniti.