Milano (Carlotta Scozzari) – Crollo delle vendite e passaggio del controllo al fondo di private equity Sycamore Partners per Victoria’s Secret, lo storico marchio di intimo fondato dal miliardario americano Leslie Wexner, di recente travolto dallo scandalo del me too. Non solo, infatti, il New York Times ha portato alla luce tutta una serie di testimonianze e denunce di molestie sessuali che riguardano l’azienda e tirano in ballo anche il timoniere del gruppo Wexner, ma in generale nel 2020 la lingerie di Victoria’s Secret e il suo classico modo di presentarla è percepito come non più attuale. Basti pensare che quando ancora non era stata travolta da questo me too interno, Victoria’s Secret aveva già deciso di non fare più sfilare in passerella i suoi famosi “angeli”. Ed è probabilmente legato anche a quest’ultima considerazione l’allarme sugli utili lanciato da L Brands, gruppo quotato a Wall Street cui al momento fa ancora capo il marchio di biancheria intima sexy, all’inizio del 2020, quando le stime di profitto per il quarto trimestre del 2019 sono state tagliate a circa 1,85 dollari per azione dai precedenti 2 dollari.
Non bastasse, nell’ultima nota del 20 febbraio in cui si annuncia il passaggio del controllo di Victoria’s Secret, L Brands anticipa sempre per l’ultimo trimestre del 2019 un calo delle vendite nell’ordine del 2%, legato al crollo del 10% del contributo di Victoria’s Secret e all’incremento del 10% della divisione di bagnoschiuma Bath & Body Works. Numeri che aiutano probabilmente a comprendere perché L Brands, la cui quota di maggioranza fa capo a Wexner, abbia deciso di cedere la partecipazione di maggioranza del 55% in Victoria’s Secret (nel dettaglio Victoria’s Secret Lingerie, Victoria’s Secret Beauty e Pink) per rimanere al 45 per cento. A comprare, sulla base di una valutazione dell’azienda di 1,1 miliardi di dollari, è il fondo di private equity Sycamore Partners, che per la quota di controllo pagherà 525 milioni di dollari.
A valle della transazione, Wexner farà un passo indietro (atteso proprio per via degli scandali recenti) e lascerà la poltrona di amministratore delegato e presidente per restare in cda come presidente emerito. A prendere il suo posto come ceo sarà Andrew Meslow.
“Crediamo che la separazione di Victoria’s Secret in una società non più quotata in Borsa rappresenti la migliore opportunità per riportare i business ai loro storici livelli di redditività e crescita”, ha dichiarato Wexner perfettamente consapevole dei problemi di bilancio di Victoria’s Secret. Ma c’è il rischio che per tornare ai fasti di un tempo, quando gli angeli sfilavano in passerella, vada ripensato l’intero marchio.