di Sonia Oliva – S’è conclusa un’edizione storica degli Academy Awards con una grande sorpresa: per la prima volta nella storia dell’Academy, vince un film non in lingua inglese. A fare incetta di statuette vincendo l’Oscar come miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura e miglior film internazionale è stato Parasite, del regista sudcoreano Bong Joon-ho, premiato da Jane Fonda a cui è stata tributata la standing ovation del Dolby Theater. Tra gli attori che hanno presa l’ambita statuetta, Joaquin Phoenix per Joker e Renée Zellweger per Judy come protagonisti. Brad Pitt per C’era una volta a… Hollywood e Laura Dern per Storia di un matrimonio come migliori attori non protagonisti.
Questa la trama di Parasite: Ki-woo vive in un modesto appartamento sotto il livello della strada. La presenza dei genitori, Ki-taek e Chung-sook, e della sorella Ki-jung rende le condizioni abitative difficoltose, ma l’affetto familiare li unisce nonostante tutto. Insieme si prodigano in lavoretti umili per sbarcare il lunario, senza una vera e propria strategia ma sempre con orgoglio e una punta di furbizia. La svolta arriva con un amico di Ki-woo, che offre al ragazzo l’opportunità di sostituirlo come insegnante d’inglese per la figlia di una famiglia ricca: il lavoro è ben pagato, e la villa del signor Park, dirigente di un’azienda informatica, è un capolavoro architettonico. Ki-woo ne è talmente entusiasta che, parlando con la signora Park dei disegni del figlio più piccolo, intravede un’opportunità da cogliere al volo, creando un’identità segreta per la sorella Ki-jung come insegnante di educazione artistica e insinuandosi ancor più in profondità nella vita degli ignari sconosciuti.