Alessandria – Figura anche il “Moccagatta” di Alessandria nell’elenco stilato dalla rivista on line Archistadia di Torino sui gloriosi impianti sportivi del novecento sparsi in giro per il mondo.
L’impianto alessandrino, costruito nel 1929, figura accanto a colossi come Ibrox Park, la casa dei Glasgow Rangers, il brasiliano Mineirào di Belo Horizonte, il Louis II del Principato di Monaco e persino lo Yankee Stadium, tempio del baseball a New York.
Come, però, ha tenuto a sottolineare Antonio Cunazza, direttore di Archistadia, “la nostra non è una classifica, anche se ogni stadio si colloca in una precisa epoca storica e di fatto ne diventa l’icona”.
Cunazza, torinese, laureato con un tesi sugli stadi ed esperto di architettura sportiva, di impianti ne ha visitati tanti ed era anche presente ad Alessandria il giorno dell’inaugurazione del rinnovato Moccagatta, sottoposto a lavori che non ne hanno intaccato le parti originali.
Il “Mocca” di Alessandria è stato scelto come simbolo del Neoclassicisimo “per il suo stile lineare e chiaro. La facciata all’ingresso della gradinata Sud è spettacolare, con il ‘timpano’ incastonato che richiama un tempio ellenico” ha spiegato Cunazza.
Un elemento determinante, insomma, nella scelta dello stadio alessandrino preferito ad altre strutture come l’Olympiastadion di Berlino, il Piola di Vercelli e tutta quella cerchia di impianti sportivi costruiti durante i regimi dittatoriali.
A far pendere l’ago della bilancia dalla parte di Alessandria è stata, soprattutto “l’idea di premiare il contrasto tra la facciata maestosa e il contesto, cioè uno stadio piccolo, a misura della città in cui sorge”.
Ma soprattutto sorprende il fatto che Archistadia abbia fatto passare il “Mocca” davanti ad altri gloriosi impianti come il Santiago Bernabeu, definito, da Cunazza, uno stadio dallo stile “brutalista con la forma di un superellisse e delle costole di cemento armato che ne delimitano il perimetro. Al Bernabeu abbiamo preferito Belo Horizonte che, pur ristrutturato per i Mondiali del 2014, ha mantenuto un’identità architettonica originale, mentre quello spagnolo è stato fin troppo ampliato e ammodernato”.
Il caro vecchio “Mocca” sa, però, anche essere moderno con i suoi interni completamente rifatti tra il 2017 e il 2019 e con i seggiolini apportati in ogni zona degli spalti, anche nella gradinata Nord senza dimenticare il Pitch View, fiore all’occhiello dell’impianto alessandrino, e cioè poltrone installate a bordocampo proprio come negli stadi inglesi.
Uno stadio definito “un gioiellino” da Giuseppe Bergomi, per tutti “lo zio”, storica bandiera dell’Inter, uno che di calcio, insomma, si intende.
Uno stadio che, a settembre – dopo che l’anno scorso era venuto il Torino – ospiterà la Juventus Women, impegnata nei sedicesimi di finale di Europa League.
Ad annunciarlo la stessa società bianconera che ormai da due stagioni fa disputare ad Alessandria anche le partite dalla Juventus U23.
Insomma il “Mocca” una struttura assolutamente appetibile anche per i grandi club. E Torino e Juventus ne sanno qualcosa.