Alessandria (Max Corradi) – Entra armato all’Hospice “Il Gelso”, nessuno lo controlla e lui va nella stanza della moglie dove è ricoverata in quanto malata terminale. Sfodera la pistola dal giaccone e le spara. Uccidendola. Quindi rivolge l’arma su se stesso e si toglie la vita. Colpi tremendi hanno rotto il silenzio, ma nessuno, pare, ha sentito niente, nessuno ha visto niente. E ciò, nonostante che la struttura non sia grande, per cui un rumore forte come quello di un’esplosione, risuona dappertutto.
Il dramma si è consumato mercoledì 22 gennaio verso le sei del pomeriggio per una vicenda che, oltre ad essere drammatica, è incredibile.
Cerchiamo di capire veramente cos’è successo
I fatti hanno visto un anziano sparare alla moglie ricoverata per un cancro, e ormai alla fine dei suoi giorni, uccidendola, per poi togliersi la vita con la stessa pistola puntata alla tempia. La disperazione, insieme ad un amore sconfinato per la donna della sua vita, ha spimto nervi, mente e cuore verso una soluzione estrema, per farla finita. Due eterni innamorati, uniti nella vita e nella morte.
Lui si chiamava Giuseppe Prevignano, 79 anni, lei Goies Lorenzutti di 72 anni entrambi residenti a San Salvatore Monferrato. Prima di compiere l’insano gesto Giuseppe ha lasciato un biglietto dove si è congedato dal Mondo con un saluto che è anche una preghiera: “Perdonatemi”.
Qui finisce la cronaca e sorge il dubbio
Possibile che, all’Hospice “il Gelso” di Via San Pio V, in pieno orario di lavoro, chiunque possa entrare indisturbato, perfino armato di pistola, recarsi in una stanza, uccidere un ricoverato, poi avere il tempo di scrivere un biglietto, quindi togliersi la vita sparandosi un colpo in testa?
Domande in attesa di risposte
Dov’erano quelli della portineria?
Esiste un metal detector per controllare chi entra, come quello del tribunale?
Possibile che nessuno abbia sentito niente?
Possibile che nessuno si sia precipitato in quella stanza per vedere cosa fosse successo?
Dov’erano tutti, cosa stavano facendo?
Sono tutte domande che attendono risposta, una risposta come quella che abbiamo già, per cui un uomo perdutamente innamorato ha preferito morire insieme all’adorata compagna che un cancro gli stava portando via per sempre. Per lui sarebbe stato un vuoto incolmabile, un dolore insopportabile.
Ora, neppure la morte li ha separati.