Alessandria (Louis Cyphre) – L’intervento dell’Anticorruzione (Anac) sulla gara relativa ai cosiddetti semafori intelligenti non è stato in merito al valore soglia della gara o per il fatto che c’è stata un’unica offerta ottenuta con la procedura ristretta, quanto per il fatto, ben più serio, che sarebbe stata adottata una procedura d’urgenza per la straordinaria nonché impellente necessità di avere i semafori intelligenti (veri “multifici” a danno dei cittadini che passano col giallo) a partire dal gennaio 2020. Semafori di cui s’è fatto a meno fino ad oggi e di cui non si sente certo la necessità, almeno dal punto di vista di pedoni e conducenti. Gli è che la gara urgente ha permesso al Comune di prevedere in entrata nel 2020 circa due milioni e mezzo di euro, senza i quali il bilancio, già in predissesto, stavolta sì, avrebbe dissestato totalmente, con tanto di tagli ai premi di produzione degli intoccabili dirigenti, e agli emolumenti dei politici. Per molto meno l’ex sindaco Piercarlo Fabbio si beccò 3 anni di lavori sociali che sta ancora scontando e il ragioniere capo d’allora Carlo Alberto Ravazzano due anni e mezzo di carcere di cui una parte trascorsi in cella. Non c’entra niente il fatto che il Comune abbia previsto una base d’asta sotto la soglia dei 750.000 euro per evitare di allestire una una gara con bando europeo. Il motivo vero era l’urgenza di fare cassa perché Palazzo Rosso è in pre dissesto, per cui i semafori- bancomat possono garantire l’entrata di molti soldi da mettere in cassa e riequilibrare i conti. Tutto ciò nonostante che l’assessora Cinzia Lumiera qualche giorno fa in commissione abbia detto che non ci sono problemi finanziari in quanto “ci sono stati risparmi su alcuni capitoli e poi il recupero dei crediti sulla Tari, con i famosi accertamenti a partire dal 2014, ha dato un risultato di ben 3,5 milioni superiore al previsto”.
Se lo dice lei.