Parigi (Antonio Cosenza di Money.it) – Riforma delle pensioni: mentre in Italia i cittadini attendono notizie positive dal Governo, il quale ha promesso di rivedere in futuro l’impianto generale della Legge Fornero, in Francia i cittadini hanno proclamato uno sciopero per protestare contro il programma pensionistico che il premier Emmanuel Macron ha intenzione di attuare a breve.
Anche se non esiste un testo ufficiale della riforma delle pensioni che Macron vorrebbe attuare, sono chiare le intenzioni del Governo francese: eliminare molti dei privilegi che oggi il sistema francese riconosce ad alcune categorie di lavoratori così da uniformare i requisiti per l’accesso alla pensione.
Sono bastate le prime indiscrezioni sulla riforma delle pensioni a provocare il caos in Francia: in queste ore, infatti, si sono susseguiti diversi cortei – da Nizza a Lione – con la città di Parigi che è stata messa a ferro e a fuoco da centinaia di black block. Uno sciopero generale, dai mezzi pubblici alle scuole, che dovrebbe protrarsi anche nei prossimi giorni, con Emmanuel Macron che – al pari di quanto successo con i suoi predecessori – potrebbe essere costretto a fare un passo indietro e rinunciare al progetto di rivedere il sistema pensionistico francese così da ridurre i costi della spesa previdenziale.
Quello riguardante le pensioni, quindi, è un problema che non riguarda solamente l’Italia. Anche la Francia ha necessità di abbassare i costi di un sistema che, specialmente per motivazioni demografiche, non appare più essere sostenibile a lungo termine; ecco perché Macron sta riflettendo su una possibile riforma che però non vede d’accordo la popolazione francese.
Riforma delle pensioni: cosa vorrebbe fare Macron
In Francia, almeno sulla carta, i lavoratori vanno in pensione a 62 anni. Tuttavia per avere diritto ad una pensione “piena” bisognerebbe comunque smettere a lavorare tra i 65 e i 67 anni.
Ci sono però molte categorie (in totale sono 42) che hanno diritto a delle agevolazioni tali da anticipare di molto l’accesso alla pensione. Ci riferiamo, ad esempio, ai macchinisti impiegati per le ferrovie dello Stato, i quali vanno in pensione a 50 anni; i dipendenti delle metropolitane, invece, devono attendere altri cinque anni in più.
Nonostante il requisito generico c’è poi ancora molta differenza tra uomini e donne: viste le difficoltà vissute nel mercato del lavoro che rendono più complicato il raggiungimento di un determinato numero di anni di contributi, infatti, le lavoratrici francesi vanno in pensione molto più tardi rispetto ai lavoratori (67 anni contro i 60 anni degli uomini).
Quindi, nonostante in campagna elettorale Macron abbia promesso di non aumentare l’età pensionabile, sembra che adesso abbia deciso il contrario mettendo mano al sistema previdenziale. Ma in che modo? Come anticipato una riforma scritta ancora non esiste, tuttavia si parla di eliminare tutti i regimi speciali pensionistici uniformando i vari status con un sistema a punti.
Ovviamente ciò avrebbe ripercussioni principalmente su coloro che sono impiegati in uno di quei 42 mestieri usuranti che oggi sono più tutelati; con il nuovo sistema pensato – almeno secondo quanto si vocifera – da Macron, infatti, per questi non ci sarebbero più particolari agevolazioni.
Secondo Macron, però, prevedere un unico regime previdenziale – con penalizzazioni sull’importo per coloro che decidono di anticipare di qualche anno l’accesso alla pensione – avrebbe dei vantaggi, specialmente per coloro che nel corso della carriera sono stati “costretti” a cambiare diversi mestieri.
Una riforma che comunque sarebbe molto a lungo termine, visto che i primi effetti potrebbero esserci tra circa sei anni; ciò però non è bastato per fermare le proteste, alle quali hanno preso parte anche molti lavoratori statali che sarebbero tra i più colpiti dalla riforma.