Voltaggio – Telefonare, mandare messaggi, navigare in internet. Siamo nel 2019 eppure in Piemonte in diverse zone di montagna pare ancora molto difficoltoso anche semplicemente fare una telefonata.
Ecco perché l’Uncem, Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti montani, ha rivolto un appello a pubbliche amministrazioni, associazioni e privati cittadini per migliorare il servizio di telefonia mobile nelle zone di montagna.
Fino al 9 settembre si potrà inviare una mail per segnalare eventuali disservizi. In questo senso il presidente
di Uncem, Marco Bussone, si è fatto carico di comporre un elenco il più completo possibile da inviare ai principali operatori di telefonia mobile, al ministero dello Sviluppo economico e all’Agenzia per l’Italia digitale.
All’appello hanno già aderito una cinquantina di amministrazioni comunali e diversi privati.
Anche la provincia di Alessandria è rimasta coinvolta in questa serie di disservizi.
A Voltaggio, per la precisione, sull’Appennino ligure, alcune zone risultano completamente isolate, mentre, sempre nell’alessandrino, il sindaco di Fraconalto, Comune tra l’alta Val Lemme e la valle Scrivia, ha denunciato un segnale scarso o spesso inesistente da tutti gli operatori.
A riscontrare parecchi problemi, come si vede anche dalla foto a lato tratta da La Stampa, sono anche state alcune zone del cuneese, da Crissolo a Bergolo, passando per Canosio, Viola, Pontechianale, Roaschia, del torinese, da Val di Chy, Regione di Priere, Mulini e Monti e dai Comuni di Valgioie, borgata Colle Braida, Bussone e Chippero, Coazze, con borgata Forno e Indiritto, e Cafasse, Monasterolo, Capoluogo e Funghetto, e del biellese.
Chiare le parole del presidente Uncem: “Il nostro obiettivo è quello di impegnare gli operatori a investire nelle aree montane e interne italiane. Più Enti aderiranno al nostro invito, più il nostro elenco potrà essere dettagliato. Appena compilato lo invieremo ai gestori Tim, Vodafone e Wind oltre che ai parlamentari, al governo e ancora a quanti si occupano di digitale e infrastrutture, di smart community e di sviluppo locale. Dobbiamo fare in modo che tutti sappiano che esiste ancora una buona parte della popolazione di montagna che non riesce a telefonare, mandare messaggi e navigare in internet. Ce lo hanno chiesto e volentieri ci facciamo portavoce, con l’aiuto di tutti”.
Insomma quello tra i comuni di montagna e il mondo del web è davvero un rapporto difficoltoso tant’è che chi lavora on line si è dovuto spostare ed andare ad abitare in altre zone più pianeggianti per poter lavorare con maggiore tranquillità e dove il segnale è più forte.
Un problema serio, come spiegato anche da Mario Malan, sindaco di Angrogna, paese di 800 abitanti della Val Pellice, nel torinese: “dove il servizio si raggiunge, ci siamo attrezzati con antenne paraboliche. Ma più aumentano gli utenti, meno è potente il segnale. Anche il fondo valle è completamente scoperto. In pratica, manca una connessione decente dappertutto. Il mondo si evolve, certi servizi servono. C’è un artigiano che si occupa di modellismo e quando deve andare on line, scende fino a Torre Pellice. I risvolti sono anche economici: case in vendita che restano tali, perché i potenziali acquirenti guardano anche la tecnologia”.
Se ci si sposta in altre zone la situazione, però, non migliora.
Emblematico l’esempio di Chialamberto, sempre nel torinese, comune di 368 abitanti nella Val di Lanzo: una ragazza per iscriversi on line all’università ci ha messo due giorni e questo perché “il servizio funziona dopo la mezzanotte, quando ci sono meno persone connesse. Abbiamo un ripetitore, ma non basta nemmeno per i telefonini. Di certo, non si incentiva il turismo così. Chi lavora da casa e deve mandare una mail, non può aspettare le ore piccole” ha spiegato il sindaco Adriano Bottino Bonadè.
E nella Val di Lanzo, per la precisione a Groscavallo, c’è chi, per non far scappare i turisti, ha offerto gli accessi web comunali: “Abbiamo un’area camper che funziona alla grande e per fornire il servizio diamo a disposizione il segnale della parabolica del municipio, per un massimo di due ore al giorno. Una connessione nostra, fatta via antenna con un fornitore ad hoc che paghiamo” ha spiegato il primo cittadino del comune nel torinese, Giuseppe Giacomelli.