di Andrea Guenna (a nome del Sovrano Militare Ordine del Tempio) – Lo ripeto, sono liberale, e conosco il senso del limite unito al concetto di libertà cosciente. Chiunque ha diritto di fare ciò che vuole se non disturba nessuno. Riprendendo Kant, il grande giornalista francese morto due anni prima che nascessi io, nel 1951, Émile Chartier, noto come Alain, ebbe modo di scrivere “La mia libertà finisce dove comincia quella degli altri”, concetto che da sempre ho fatto mio. E questo concetto, semplice e chiaro, indica il limite entro il quale posso fare tutto quello che mi pare. Facciamo un esempio: ho voglia di correre? Sono al ristorante e corro in mezzo ai tavoli disturbando tutti i clienti. Se qualcuno mi ferma vuole limitare la mia libertà di correre? Certo che no. Vuole semplicemente tutelare la libertà dei clienti del ristorante che hanno diritto di starsene in santa pace a mangiare un boccone con amici e parenti.
Scrivo questo perché oggi ad Alessandria sfilerà il Gay Pride che ritengo una manifestazione molto volgare e del tutto inutile.
Volgare perché, a parte il modo di agghindarsi di chi sfila che fa a pugni col buon gusto, chi si esibisce solitamente si lascia anche andare in atteggiamenti fastidiosi se non addirittura schifosi sotto gli occhi di tutti.
Inutile perché, se gli omosessuali vogliono promuovere lo sdoganamento dal pregiudizio nei loro confronti, questo atteggiamento non aiuta.
Confratello Cuttica, cosa stai facendo?
Ma c’è un terzo aspetto che mi fa pensare, e cioè il fatto che queste manifestazioni si svolgono in tutto il mondo con enormi impegni finanziari e logistici, accompagnate da una pubblicità propagandistica sostenuta all’unisono dai poteri più influenti della vita pubblica, cioè dalla nomenclatura politica, dai giornali, dai social media, da enti economici e finanziari, una propaganda tipica dei sistemi totalitari al fine di imporre alla società una determinata ideologia.
Essendo io un Povero Cavaliere di Cristo e del Tempio di Salomone ho il dovere di mettere in guardia la gente sul fatto che il gay pride è una rivolta contro la creazione dell’essere umano nei due sessi necessariamente e mirabilmente complementari del maschile e del femminile.
E mi spiace da morire che il confratello sindaco Cuttica – a meno che non rinneghi se stesso – dimentichi di essere un templare proprio quando il templare deve scendere in campo e combattere.
Nella prima lettera ai Corinzi si legge: “Non sapete che siete Tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il Tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché Santo è il Tempio di Dio, che siete voi”. (Cor. 1-3;16,17).
Nella prima lettera ai Romani San Paolo continua: “Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti, le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento. E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne”. (Rom 1, 26 – 28).
Se si vive una vita sobria siamo con Dio
Tuttavia ci è nota la storia dell’eunuco che ha voluto essere battezzato diventando uno dei primi discepoli di Cristo. Storia che si legge al capitolo 8 degli Atti degli Apostoli: “E rivoltosi a Filippo l’eunuco disse: Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro? Filippo, prendendo a parlare e partendo da quel passo della Scrittura, gli annunziò la buona novella di Gesù. Proseguendo lungo la strada, giunsero a un luogo dove c’era acqua e l’eunuco disse: “Ecco qui c’è acqua; che cosa mi impedisce di essere battezzato?” Fece fermare il carro e discesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco, ed egli lo battezzò” (Atti 8; 34-38).
Un omosessuale discepolo di Dio?
Sì, è possibile, basta vivere la propria vita con rispetto di se stessi, degli altri e di Dio.
Con sobrietà.
Bisogna combattere per difendere la Verità
Il cattolico-liberale inglese G.K. Chesterton (Londra, 29 maggio 1874 – Beaconsfield, 14 giugno 1936) ha scritto: “Un tempo, noi liberali consideravamo il liberalismo semplicemente una verità ovvia. Oggi che è stato messo in discussione, lo consideriamo una vera e propria fede.
Un tempo, noi che crediamo nel patriottismo, pensavamo che il patriottismo fosse ragionevole e nulla più. Oggi sappiamo che è irragionevole ma sappiamo che è giusto.
Noi cristiani non avevamo mai conosciuto il grande buonsenso filosofico insito in quel mistero, finché gli scrittori anticristiani non ce l’hanno mostrato.
La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà.
Tutto sarà negato.
Tutto diventerà un credo.
È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle.
È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli.
Fuochi saranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.
Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto.
Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili.
Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio.
Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto”.
Quando la diversità diventa intollerante perbenismo
Siamo, aggiungo io, vittime dell’intolleranza dell’ideologia del gender che richiede secondo la sua logica anche un’adesione totalitaria. Tutti i componenti della società, inclusa la Chiesa Cattolica, devono quindi essere obbligati ad esprimere in qualche modo la loro accettazione di questa bufala e attendiamo pazienti – per ora – il giorno in cui un prete darà la benedizione al gay pride dopo che il Comune di Alessandria ne ha già dato il patrocinio.
Detto questo, c’è da chiedersi quale dovrebbe essere la risposta giusta di un templare, di un cristiano, di un cattolico, di un sacerdote o di un vescovo di fronte al fenomeno così detto “gay pride”?
Oggi ormai non è rimasto molto da fare, ma si può, da cristiani praticanti, battezzati e cresimati, con coraggio civile ed impiegando tutti i mezzi pacifici e democratici, protestare contro il vilipendio delle convinzioni cristiane, contro l’esibizione pubblica di oscenità degradanti. Si deve protestare contro l’imposizione di marce disgustose con carattere di militanza politico-ideologica alla popolazione di intere città e paesi.
Tutto ciò poiché quelli del gay pride, superando la sfera della propria libertà che nessuno nega loro, invadono quella degli altri.
Anche la mia.
I Pontefici sono stati chiarissimi in proposito
Papa Giovanni Paolo II ebbe modo di protestare con forza contro il “gay pride” di Roma del 2000 dicendo: “Un accenno ritengo, poi, doveroso fare alle ben note manifestazioni [gay pride] che a Roma si sono svolte nei giorni scorsi. A nome della Chiesa di Roma non posso non esprimere amarezza […] per l’offesa ai valori cristiani di una Città che è tanto cara al cuore dei cattolici di tutto il mondo. La Chiesa non può tacere la verità, perché verrebbe meno alla fedeltà verso Dio Creatore e non aiuterebbe a discernere ciò che è bene da ciò che è male” (Parole dette prima della preghiera dell’Angelus del 9 luglio 2000).
Ma anche l’attuale pontefice Francesco si è pronunciato in proposito: “Tu, Irina, hai menzionato un grande nemico del matrimonio, oggi: la teoria del gender. Oggi si assiste a una guerra mondiale per distruggere il matrimonio che non si distrugge con le armi, ma si distrugge con le idee. Ci sono colonizzazioni ideologiche che distruggono” (Discorso pronunciato durante l’incontro con sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi e agenti di pastorale, Tbilisi, 1 ottobre 2016).
Papa Francesco è tornato sull’argomento: “Noi stiamo vivendo un momento di annientamento dell’uomo come immagine di Dio. In Europa, in America, in America Latina, in Africa, in alcuni Paesi dell’Asia, ci sono vere colonizzazioni ideologiche. E una di queste – lo dico chiaramente con nome e cognome – è il gender. Oggi ai bambini – ai bambini! – a scuola si insegna questo: che il sesso ognuno lo può scegliere. E perché insegnano questo? Perché i libri sono quelli delle persone e delle istituzioni che ti danno i soldi. Sono le colonizzazioni ideologiche, sostenute anche da Paesi molto influenti. E questo è terribile. Parlando con Papa Benedetto, che sta bene e ha un pensiero chiaro, mi diceva: Santità, questa è l’epoca del peccato contro Dio Creatore!
Dio ha creato l’uomo e la donna; Dio ha creato il mondo così, così, così…, e noi stiamo facendo il contrario. Dio ci ha dato uno stato incolto, perché noi lo facessimo diventare cultura; e poi, con questa cultura, facciamo cose che ci riportano allo stato incolto!
(Discorso pronunciato durante l’incontro coi Vescovi Polacchi in occasione della Giornata della Gioventù a Cracovia, il 27 luglio 2016).
Ad Maiorem Dei Gloriam
A Dio piacendo