Ovada – È approdato ieri in Consiglio comunale a Ovada un piano di ristrutturazione in otto mosse per salvare dal default la Saamo, azienda di trasporto pubblico di cui sono proprietari i sedici comuni dell’ovadese.
Una volta approvato il tutto, e se le azioni proposte dallo studio specializzato Malerba&Partners di Genova saranno rispettate, la società di bus dovrebbe arrivare al pareggio di bilancio entro fine 2021, per poi riuscire a raggiungere un minimo di utile a partire dal 2022.
Ad azzerare il passivo 2018, da 244.000 euro, e quello del 2019, stimato in 212.000, saranno nel frattempo i comuni-proprietari, che, grazie al fatto di aver affidato all’esterno la redazione di un piano di salvataggio, potranno – nel solco della legge Madia sulle partecipate – ripianare i conti di tasca propria. Ognuno per la percentuale che gli spetta.
“Non sarà un percorso facile – sottolinea Gianpiero Sciutto, amministratore unico di Saamo – anche perché le leve su cui agire non sono molte. Noi non ci siamo regalati nulla, e speriamo che questo basti a ridare fiducia alle banche e a riavere liquidità”.
Intanto, i punti attorno ai quali è articolato il piano di ristrutturazione sembrano solidi e razionali: il primo, invece di essere rappresentato da tagli – che ci saranno comunque, bene inteso –, si focalizza sugli investimenti, tanto che si prevede l’acquisto di quattro autobus entro il 2020, per farne uscire di scena altrettanti sui tredici in forze alla società, e quello di un ulteriore mezzo per il noleggio (al momento sono solo due); in secondo luogo si cercherà poi di attivare almeno un paio di nuove corse tra Alessandria e Ovada, anche per venire incontro alle esigenze dei pendolari che chiedono da mesi un potenziamento. Ma certo toccherà affrontare anche passaggi “dolorosi”. La terza mossa prevede infatti che si proceda ad una revisione generale delle linee, urbane ed extraurbane, in accordo con l’Agenzia della mobilità piemontese, senza sforbiciate nette (così da non perdere i finanziamenti a chilometro da parte della Regione – la Saamo ne percorre ogni anno 415.000 –) ma ottimizzando servizi e corse. E nella stessa direzione va anche il quarto step, che prevede un confronto con l’Arfea per eliminare doppioni. Poi c’è la questione del personale – sedici dipendenti fissi, più altri a contratto –, dove si prevede la riduzione di un turno (ma si parla semmai di pensionamenti, non di licenziamenti), mentre come sesta e settima mossa vi è l’impegno dell’azienda ad accaparrarsi nuovi servizi, partecipando a bandi e gare come quella sui parcheggi a pagamento di Ovada, e a rimboccarsi le maniche per provare a recuperare oltre 600.000 euro di crediti “incagliati”, cosa certo non facile. Per finire poi con il punto numero otto, ovvero il proposito di mantenere la proprietà dell’ex sede di Strada Rebba attualmente in affitto a Econet.
Alla luce di tutto questo, è stato stabilito che, d’ora in avanti, sindaci e azienda si incontreranno ogni tre mesi per fare il punto. “È un piano complesso – dice Sciutto –, ma che avrebbe potuto essere più impegnativo per i dipendenti di quanto non sia. Aspettiamo che tutti i Consigli dei Comuni soci approvino, poi lo presenteremo anche ai sindacati”.